Alpinismo oltre ogni limite. Il valdostano Hervé Barmasse sfida in Pakistan la Rupal (8.126 metri), l’inferno di ghiaccio più alto del mondo. Senza ossigeno e corde fisse.
Con lui il tedesco David Gottler. Impresa tra il 10 e 20 gennaio.
Segnatevi questo nome: Hervé Barmasse. È un valdostano di 44 anni, guida alpina e istruttore nazionale, che si è messo in testa una impresa mai tentata da nessuno. Cioè scalare d’inverno la Rupal del Nanga Parbat ( 8.126 metri), catena dell’Himalaya occidentale; un massiccio montuoso del Kashmir in Pakistan .
La Rupal – si trova a sud – è la parete più alta del mondo, violata per la prima volta nel 1970 dai fratelli Messner (e Gunther Messner è morto durante la discesa). Era d’estate. Ora Barmasse ci prova d’inverno.
Una prima invernale in una parete di neve gelata e roccia maestosa di ben 4.500 metri. Senza ossigeno, senza mettere le corde fisse. Un azzardo? Si vedrà.
Il tentativo è fissato tra il 10 e il 20 gennaio. Dipende dal tempo ( al momento non buono). Il piano perfetto prevede due notti a salire e una a scendere. Nella ipotesi peggiore tre e due. Insomma massimo cinque giorni. La notte è vissuta sotto una tendina di 2 chili. Notevoli le difficoltà, soprattutto nel parte alta tra i 7.200 e gli 8.200. E l’ultima parte è quella che rimane sempre in ombra.
È il tratto più duro. Cento metri all’ora. Con in più 25 chili sulle spalle, cioè il “peso” della altissima quota. Inferno assicurato.
Con Barmasse ci sarà il tedesco David Goettler, 43 anni , bavarese doc, videomaker di professione, alpinista con una solida esperienza. Ad esempio l’anno scorso ha scalato il Makalu (8.463 metri) senza ossigeno. È naturalmente già sul posto, ha fatto il viaggio con Simone Moro ed Emilio Previtali. È una delle migliori promesse dell’alpinismo tedesco.
Non ci sarà l’americano (di origine canadese) Mike Arnold, 34 anni, famoso negli Stati Uniti per essere diventato la guida alpina più giovane del Paese , a 27 anni. Mike ha già lasciato il campo. Un abbandono previsto, deciso di comune accordo. Un Ottomila in stile Barmasse, cioè leggero, richiede tempo ed un approccio graduale.
Dice il valdostano al telefono satellitare dal campo base della Schell Route: “ Siamo stati insieme oltre due settimane, Mike ha fatto una bella esperienza“.
Continua a nevicare, soffia un vento a 150 all’ora, incerti dell’alpinismo
Il campo base è a 3.500 metri, molto attrezzato con la tema cucina, la tenda mensa con i pannelli solari, la tenda doccia e la tenda bagno. Il duo italo-tedesco è ben acclimatato. Pronto a infilarsi nell’inferno di ghiaccio più alto del mondo.