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Gli ammutinati del Napoli, i senatori in prima linea. Allan a De Laurentis jr: “I tuoi soldi metteteli nel c…”

di Redazione Blitz |7 Novembre 2019 13:16

Il Napoli in allenamento a Castel Volturno (Ansa)

Il Napoli in allenamento a Castel Volturno (Ansa)

ROMA – In ritiro non ci torniamo. Lo avevano deciso prima del match di Champions con il Salisburgo, i vecchi, i senatori del Napoli. Almeno questo è quanto scrive la Gazzetta dello Sport, che parla addirittura di un patto tra Insigne, Callejon, Mertens, Allan, Koulibaly, patto che il pareggio in campo (che avvicina sensibilmente il passaggio del turno) ha consolidato. A fine partita il pullman che avrebbe dovuto scortare la squadra a Castel Volturno ha atteso invano i giocatori. Alla fine s’è portato via il solo Ancelotti.

Che non si era nemmeno presentato in sala stampa (un obbligo, la multa è di 50mila euro) autorizzando ogni tipo di illazione. Ma lo spogliatoio, con la squadra asserragliata e rabbiosa, era diventata una polveriera. Il presidente De Laurentis non ci si è nemmeno avvicinato, delegando il figlio Edoardo. Che, confermando il proseguimento del ritiro, s’è visto rispondere un gigantesco picche. Speziato, diciamo così, da frasi irriferibili. Che qualcuno ha tuttavia provveduto a riferire.

“I tuoi soldi puoi metterteli nel c…”

Come quelle del brasiliano Allan, uno tosto in campo che è meglio non vedere arrabbiato. “I tuoi soldi puoi metterteli nel c…”, avrebbe gridato (fonte sempre Gazzetta dello Sport) in faccia al figlio del presidente. Forse era scottato ancora dal mancato passaggio (si intuisce, milionario) al Psg di quest’estate. E del resto in ballo ci sono anche parecchi rinnovi importanti. 

Ma si sa, trattare con Adl non è una passeggiata, il personaggio si atteggia a padre-padrone, un bel problema con i giocatori di un’era in cui solo la contrattualistica si ostina a considerare queste aziende ambulanti come dei lavoratori subordinati. Per dire, la Gazzetta dello Sport è costretta a ripescare vecchie dichiarazioni di Adl per spiegare il tipo. “Se non rispettano gli accordi, sai i sequestri di beni che farei con i legali. Sappiate che mio zio Dino fece sequestrare la villa a un certo Federico Fellini”, minacciò anni fa il Pocho Lavezzi. 

Ritiro punitivo o costruttivo?

Come se ne esce? Lo stallo ha contorni giuridici piuttosto slabbrati. In teoria i giocatori hanno l’obbligo di rispettare qualsiasi iniziativa del club volta a migliorare prestazioni e risultati. Anche il ritiro. Ma non esiste, non è previsto, il ritiro punitivo. Proprio quello che contestano i giocatori. E non basta che la società annunci urbi e orbi un ritiro costruttivo e non punitivo: se i calciatori lo avvertono come una punizione hanno ragione loro. 

Ancelotti non rischia. Almeno secondo Adl

Non se ne esce. L’avvocato Cantalamessa, una vita con le squadre di Berlusconi, modestamente, consiglia di non avventurarsi in questo ginepraio legale: “C’è una sola persona in grado di disinnescare questo caso spinoso trasformandolo in una grande ricarica motivazionale per tutto lo spogliatoio. È Carlo Ancelotti”. Che sta con la squadra ma anche con il presidente (che gli ha rinnovato i pieni poteri sulla quadra). Al momento il ritiro è sospeso. (fonti Gazzetta dello Sport, Il Giornale).

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