Angel Maria Villar, arrestato il presidente della Federcalcio spagnola per corruzione Angel Maria Villar, arrestato il presidente della Federcalcio spagnola per corruzione

Angel Maria Villar, arrestato il presidente della Federcalcio spagnola per corruzione

Angel Maria Villar, arrestato il presidente della Federcalcio spagnola per corruzione
Angel Maria Villar, arrestato il presidente della Federcalcio spagnola per corruzione. EPA/PATRICK B. KRAEMER
MADRID (SPAGNA) – Il presidente della Federcalcio spagnola Angel Maria Villar è stato arrestato questa mattina a Madrid insieme al figlio Gorka e ad almeno altre 10 persone nell’ambito di un’operazione anticorruzione, informano i media iberici. Tra i reati contestati quello di appropriazione indebita e di falsificazione di documenti in relazione all’organizzazione di partite internazionali. La Guardia Civil sta perquisendo gli uffici della federazione per l’acquisizione di prove. Villar è presidente della Federazione spagnola dal 1988.

Il blitz su larga scala contro la cupola del calcio spagnolo è scattato alle prime ore della mattina, con perquisizioni e arresti non solo nella sede centrale di Madrid ma anche nelle federazioni regionali e in domicili privati. Fra i fermati ci sono anche il vicepresidente economico della Federazione Juan Padron e il presidente della federazione di Tenerife, secondo El Pais online. Villar, l’uomo durante il cui mandato la Spagna è esplosa come potenza mondiale del calcio, è al potere da 29 anni. E’ stato rieletto per l’ottavo mandato nel maggio scorso. L’operazione è guidata dal giudice anti-corruzione della Audiencia Nacional di Madrid Santiago Pedraz. L’accusa è di presunte malversazioni. L’inchiesta era scattata l’anno scorso dopo una denuncia presentata dal Consiglio Superiore dello Sport spagnolo, che ipotizzava fra l’altro irregolarità a beneficio del figlio di Villar, Gorka, avvocato specializzato nel diritto sportivo e titolare della società Sports and Advisers. Nei confronti di Villar è in corso inoltre un’altra inchiesta sull’utilizzo finora non giustificato di una sovvenzione pubblica di 1,2 milioni di euro destinati a progetti sportivi in paesi dell’Africa e dell’America Centrale che non sarebbero stati realizzati.

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