Non c’è pace per il numero 1 al mondo del tennis mondiale costretto a fare i conti con una situazione che si trascina da troppo tempo
Un ritornello che ora ha stancato un po’, un chiacchiericcio di sottofondo che è diventato anche molesto. Jannik Sinner, il numero 1 al mondo del tennis mondiale, da mesi fa i conti con il caso doping. Più che la vicenda in sé e, forse, più anche della decisione della Wada di ricorrere al Tas di Losanna, ad aver stufato il campione di San Candido sono i continui attacchi a cui lo sottopongono colleghi ed ex colleghi.
I dubbi sollevati sul suo conto da qualcuno non tengono in considerazione un fatto molto importante: Sinner è stato assolto dall’Itia perché ha dimostrato l’assenza di colpa o negligenza per la sua (infinetesimale, meglio ricordarlo) positività al clostebol.
Una situazione che sul campo non ha avuto effetto, considerati gli otto trofei vinti, oltre alla Coppa Davis e al torneo esibizione in Arabia Saudita, ma che mentalmente ha richiesto uno sforzo davvero importante. Come se non bastasse tutto questo, ora viene tirato fuori un altro aspetto dell’intera vicenda con nuovi dubbi sollevati.
Sinner, i dubbi di Griekspoor: “Dove c’è fumo, c’è fuoco”
A Malaga ha perso il sesto incontro, su sei disputati, con Jannik Sinner, ma Tallon Griekspoor ha avuto parole non certo leggere sull’intera questione doping.
L’olandese, numero 40 al mondo, ha sollevato dei dubbi su quel che è successo dopo la positività al clostebol del campione altoatesino, tirando in ballo anche i vertici del tennis mondiale, anche loro italiani: “Il modo in cui è stato gestito il suo caso è molto strano – le dichiarazioni rilasciate da Grikspoor – : Sinner porta ovviamente tanti soldi e anche le due più grandi figure dell’ATP sono italiane. Dove c’è fumo, c’è fuoco“.
Frasi abbastanza chiare, a cui il tennista olandese aggiunge anche: “A livello personale Jannik è un ragazzo meraviglioso e un grande giocatore, ma – conclude in maniera abbastanza maliziosa – alla fine non si sa mai cosa sia successo veramente“. Una frase carica di dubbi sulla mancata squalifica di Jannik Sinner da parte dell’Itia, una vicenda che ora però troverà la conclusione definitiva con il pronunciamento del Tas di Losanna.
Un giudizio che si spera sia positivo per il 23enne italiano che potrebbe così mettere la parola fine su un caso che si sta portando dietro da otto mesi e che in alcuni frangenti gli ha tolto anche il sorriso.