Per Jannik Sinner c’è un’ombra che lo accompagna nell’avvicinamento alla finale degli Us Open contro Fritz: rischia la batosta.
Tempo scaduto, anzi no. Se in campo Jannik Sinner si conferma con la forza del suo talento il numero uno al mondo (e lo sarà quasi sicuramente fino alla fine del 2024), fuori dal campo continua a fare i conti con un’ombra che lo accompagnerà ancora per qualche giorno.
Il campione di San Candido ha avuto la meglio su Draper nella semifinale degli Us Open venerdì sera, proprio il giorno che avrebbe dovuto segnare la fine dell’incubo. Si pensava, in base ad un’interpretazione poi rivelatasi errata, che la Wada avesse tempo fino alla mezzanotte di venerdì per presentare il ricorso contro la sentenza della Itia che in pratica assolveva il tennista italiano da ogni colpa o negligenza in relazione alla positività al Clostebol ad Indian Wells.
Invece tutto è slittato di un paio di giorni e quindi il ricorso al Tas di Losanna potrebbe arrivare anche dopo la finale dello Slam americano, rovinando un po’ la vigilia di Sinner. Tutto lasciava presupporre che il caso potesse essere definitivamente archiviato con lo scoccare della mezzanotte di venerdì. Invece, alla vigilia della finale è arrivata l’interpretazione corretta dei termine di scadenza per la presentazione del ricorso: lunedì a mezzanotte.
C’è quindi ancora tempo da parte dell’Agenzia Mondiale Antidoping per presentare ricorso contro la sentenza della Itia (International Tennis Integrity Agency) sul campione italiano.
Resta il più stretto riserbo sull’orientamento dell’agenzia che non lascia trapelare nulla sulle sue intenzioni sul caso. Il ricorso potrebbe essere presentato anche da Nado Italia, ma quest’ultimo è definito come improbabile. Certo, un carico di ansia che non consente a Sinner di avvicinarsi nel modo migliore alla finale contro Fritz, anche se l’altoatesino ha dimostrato di avere la giusta tempra mentale per affrontare anche questa complicazione.
Ma cosa potrebbe succedere con il ricorso della Wada? Impossibile immaginarsi i due anni di squalifica chiesti da Kyrgios nelle sue invettive contro Sinner. L’Agenzia, infatti, non punterebbe su un ribaltamento della sentenza, visto che l’assunzione volontaria di clostebol a scopo dopante è considerata impossibile, ma ad un’attribuzione di colpa parziale. Questa potrebbe portare ad uno stop di 4-6 mesi che costringerebbe il tennista italiano a saltare la parte finale di questa stagione e l’inizio della prossima.
Ancora un giorno e qualche ora di ansia dunque per Sinner che saprà soltanto alla mezzanotte di lunedì se potrà mettersi alle spalle il caso clostebol o dovrà ancora farci i conti. Intanto però ha la possibilità con la finale degli Us Open di scrivere un’altra pagina di storia. Questa, senza possibilità di ricorso.
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