Antonio Conte: “Certi giornalisti li prenderei a calci in c..o, incitano all’odio e alla violenza”

Antonio Conte: "Certi giornalisti li prenderei a calci in c..o"
L’allenatore dell’Inter Antonio Conte (Ansa)

ROMA – Gli chiedevano un parere sul moltiplicarsi degli episodi di razzismo negli stadi, l’allenatore dell’Inter Antonio Conte se l’è presa più in generale con il clima di odio e la corsa all’insulto del campionato italiano e, in particolare, con i giornalisti che fomentano i più facinorosi.

Giornalisti che, se fosse il loro direttore, caccerebbe “a calci in culo”. Alla lettera, un po’ come un suo predecessore all’Inter, quel Marcello Lippi che all’epoca a calci avrebbe preso i suoi calciatori.

“Certi giornalisti li prenderei a calci in culo”

Queste le parole di Conte, sollecitato appunto sul ritorno del razzismo: “Mi sono trovato degli articoli in cui si parla del prossimo Inter-Juventus come una gara in cui verrò ricoperto di insulti. Lì rimango sbalordito perché chi scrive e parla dovrebbe avere più senso di coscienza e capire cosa provoca, che sentimento trasmette a chi legge. Io fossi il direttore del giornale li caccerei a calci in culo. Cerchiamo di guardarci. Chi scrive o chi parla sta sempre dalla parte della ragione. E’ come le sostituzioni, al 95′ sono bravi tutti a farle. Chi scrive e comunica ha una responsabilità in più perché chi scrive e comunica viene riportato dai social e alimenta una spirale di odio e insoddisfazione. Perché? Perché fa più presa? A me dà veramente fastidio vedere questo o suggerire di insultare una persona durante una partita”.

Già prima del derby vinto Conte aveva puntato il dito contro i professionisti dell’informazione (accuse sparate nel mucchio, magari l’indicazione di un nome o di una circostanza, avrebbe evitato spiacevoli generalizzazioni). “Siamo colpevoli tutti. Compresi voi – aveva dichiarato rivolto ai giornalisti – che siete seduti là. Si fanno anche articoli in cui si fomenta l’odio. Tutti quanti un bell’esame di coscienza. E’ diseducativo verso le nuove generazioni che stanno davanti alle tastiere e leggono odio”. Diseducativo e parziale, come accusare un’intera categoria. Come usare espressioni volgari. (fonti La Repubblica, Ansa)

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