Bari, Grandolfo: esordio da titolare con tripletta

Pubblicato il 23 Maggio 2011 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA

BARI – In serie A aveva giocato giusto 45 minuti: 10 con il Palermo e 35 con il Lecce. Mai dall’inizio.

Al suo debutto dal primo minuto ha fatto subito boom: tre gol, Bologna incenerito, uno stadio – il Dallara – a dedicargli una calorosa ovazione che non dimentichera’ in fretta. L’ultima giornata del suo Bari nel massimo campionato se ne va nel segno di Francesco Grandolfo, talentino non ancora 19enne, punta della primavera aggregata alla prima squadra da Bortolo Mutti.

Uno che al terzo gol rifilato a Viviano ha fatto mormorare mezzo stadio: ‘Sara’ mica il nuovo Cassano?’. Per ora con il genietto di Bari Vecchia condivide il mese di nascita, luglio (del 1982 il rossonero, del 1992 Grandolfo), quanto al resto si vedra’. Intanto il giovane nato a Castellana Grotte e residente con mamma e papa’ a Casamassima, si gode la prima vera giornata da grande della sua verdissima carriera: ”Se mi avessero detto ‘Fai un gol’ – si e’ schermito a fine gara – non ci avrei creduto, figuriamoci tre. Ora sono spaesato, non ho ancora sentito nessuno” ne’ familiari, ne’ amici. Cui vanno pero’ i primi pensieri. ”Il primo gol lo dedico a mio zio Paolo, morto due anni fa e il mio piu’ grande tifoso. Il secondo, invece, ai miei amici, Marco, Mirko, Valerio e Michele. E il terzo – ha sorriso – ai tifosi”. Nel suo gran giorno, l’hombre del partido – cresciuto tra i giovani del Bari dall’ex fantasista Pietro Maiellaro – non dimentica una dedica speciale al suo allenatore, Bortolo Mutti.

”Lo ho abbracciato – ha osservato – perche’ senza di lui non sarei qui. Mi da’ tanti consigli e mi aiuta” nella maturazione da giocatore. ”In questa partita – ha spiegato il tecnico bergamasco parlando del nuovo gioiellino biancorosso – ha giocato come punta vera.

Ha giocato dall’inizio, dopo un paio di assaggi, con grande umilta’, grande consapevolezza dei suoi mezzi e qualita’. Francesco – ha proseguito – ha giocato contro difensori che, prima, aveva visto solo nelle figurine. Se continua cosi’ – e’ la chiosa dell’allenatore – e lavora seriamente ha le qualita’ per diventare un ottimo attaccante”.