Milan, per il dopo Allegri Berlusconi voleva Gattuso. E sogna Guardiola

Pubblicato il 21 Settembre 2012 - 12:14 OLTRE 6 MESI FA
Gattuso (LaPresse)

MILANO – Silvio Berlusconi voleva Rino Gattuso come allenatore del Milan in caso di esonero di Massimiliano Allegri. L’ex centrocampista rossonero, ora in forza al Sion, ha ringraziato ma declinato l’offerta.

Come riportato sull’edizione odierna di Tuttosport, “gli ultimi episodi di cronaca, al di là di quelli che sono e saranno i risultati sul campo, confermano però che Allegri ha ormai i giorni contati. Sempre che esista ancora una società-Milan in grado di prendere una decisione che dovrebbe portare inesorabilmente a un divorzio. Ma il problema, oggi come ieri, rimane sempre lo stesso: con chi sostituirlo? Soluzione esterne, oltre a non essere gradite, vengono considerate a fortissimo rischio e anche troppo onerose per le derelitte casse del club. Ecco perché le ipotesi circolate su Benitez o su altri tecnici rimasti a spasso stridono decisamente con la scelta di ridimensionare le spese presa ad inizio anno.”

Ma il vero sogno di Berlusconi si chiama Pep Guardiola. Sulle pagine de Il Corriere della Sera viene riportato come non sia “un mistero che il “pallino” del presidente (onorario) milanista continui a essere il tecnico spagnolo, l’ex guru del Barça ritiratosi a New York per un anno sabbatico, fatto contattare già nel gennaio scorso prima di arrendersi all’evidenza dei costi proibitivi collegati al suo ingaggio. Guardiola, più del club, punta a sposare il progetto che lo caratterizza e non v’è dubbio che, dopo avere fatto piazza pulita della grandeur passata per mettere assieme il più scadente Milan dell’ultimo quarto di secolo, ora Berlusconi si ritrovi tra le mani una squadra senza più appeal, certamente meno intrigante per i grandi giocatori e per gli sponsor. La ricostruzione per ingolosire Guardiola non potrebbe così prescindere da investimenti faraonici e quindi, allo stato delle cose, più prossimi al fantacalcio che alla realtà rossonera. Però chi gli è vicino giura che il patron non abbia intenzione di mollare. Per lui il contraltare a una gestione giudicata inadeguata come quella attuale non può che essere la rifondazione affidata a Guardiola.”