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Bologna nei guai: Porcedda non versa l’ Irpef

di admin |19 Novembre 2010 10:04

Renzo Menarini, presidente della Cogei, societa’ che fu proprietaria del Bologna Fc e che ora ne detiene il 20% (dopo l’acquisto dell’80% dall’imprenditore cagliaritano Sergio Porcedda), ha spiegato alla stampa lo scenario che si delinea, al termine di una giornata da panico per le sorti della societa’, che e’ stata deferita e rischia penalita’ per i mancati pagamenti Irpef sugli stipendi di maggio e giugno e per gli stipendi del trimestre successivo: il geometra ha escluso azioni legali contro il socio, ma ha anche negato di voler tornare in sella al Bologna, puntando piuttosto a trovare nuove soluzioni con l’ingresso di uno o piu’ nuovi soci e ad evitare prospettive piu’ drammatiche. Ma intanto a Bologna sembra ripersi l’esperienza grottesca vissuta nel 2008 col pittoresco Joe Tacopina, avvocato Usa che promise amore eterno ai colori rossoblu’, verso’ una caparra e poi non si presento’ con i milioni necessari per comprare la squadra dall’allora presidente Alfredo Cazzola.

E nel 2009, prima con i contatti abortiti, quasi a furor di popolo, con Luciano Moggi, e poi con il ritiro del petroliere albanese Rezart Taci che gia’ aveva parlato da nuovo proprietario. Porcedda e’ andato oltre: proprietario lo e’ diventato ma, secondo i Menarini, non ha versato ancora nemmeno un euro. Il presidente rossoblu’ in mattinata e’ stato a Casteldebole, dove ha avuto un incontro con Menarini e la figlia Francesca, con la dirigenza e con la squadra. Poi ha fatto un passaggio dai carabinieri di Viale Panzacchi: tre ore, sembra per una denuncia, comunque per parlare di garanzie bancarie che Porcedda avrebbe avuto a sua volta e non onorate, mettendolo cosi’ in condizioni di non rispettare gli impegni presi con l’acquisto del Bologna: ”Parlero’ domani”, ha detto uscendo dalla caserma. Intanto Menarini convocava d’urgenza la stampa, per dire la propria verita. L’ex proprietario ha spiegato che la vendita fu decisa per non mettere Cogei (110 dipendenti di cui 10 in cassa integrazione temporanea) a repentaglio per il peso crescente dei costi del calcio uniti alla crisi ”spaventosa” del settore edile. ”Nessun bolognese si presento’, allargammo la ricerca – ha detto Menarini -. Porcedda si fece avanti e sulla sua persona abbiamo avuto garanzie sia personali sia dall’entourage economico e finanziario che lo conosceva e che con lui aveva trattato”.

Per questo, e per dare una mano al Bologna, i Menarini hanno accettato un ”contratto anomalo”, abituati come sono a fare affari ”sulla fiducia” e ”sulla parola data”: Porcedda diventava proprietario del Bologna prima ancora di versare capitali e di subentrare alle fidejussioni che la Cogei ha depositato in Lega per 10 milioni. ”Abbiamo ricevuto zero e gia’ a fine luglio avremmo potuto fare azione contro Porcedda per inadempienza contrattuale. Non la facemmo allora perche’ ci fidavamo. Non pensavamo che sarebbe venuto da Cagliari per fare una figura cosi”’. Porcedda ha continuato sempre piu’ affannosamente a chiedere dilazioni. ”Noi l’abbiamo piu’ volte invitato a ragionare assieme a noi su come affrontare le crescenti difficolta’ – ha proseguito Menarini -, ricevendo sempre orgogliose dichiarazioni di autosufficienza. Abbiamo accettato nostro malgrado di garantire di fatto la solidita’ economica del club, prima nella certezza, poi nella speranza che si trattasse solo di una difficolta’ momentanea, come ci e’ stato piu’ volte ripetuto. Non per negligenza, ma pensiamo per problemi subentrati su risorse su cui contava e che evidentemente sono venute meno”. La Cogei ha depositato fidejussioni in Lega per quasi 10 milioni, per le campagne acquisti 2010-11 e 2011-12.

In cambio, ha confermato Francesca Menarini, hanno solo una garanzia personale, una cambiale da tre milioni: ”Porcedda e’ il primo ad essere dispiaciuto – ha detto Renzo – e oggi l’ho trovato piu’ flessibile rispetto all’ipotesi di trovare sostegno da altre forze”. Menarini ha aggiunto che delle possibili penalizzazioni in punti ”non puo’ che prenderne atto, ma sono errori di altri”. Ora il Bologna rischia il fallimento? ”E’ una parola che non vogliamo nemmeno sentire. Faremo tutto quanto e’ nelle nostre possibilita’ per trovare soluzioni non traumatiche per uscire da questa crisi”. Senza stipendio, i giocatori possono svincolarsi. I fallimenti a volte avvengono prima che nelle aule dei tribunali.

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