Bologna: testa di maiale e bara contro Porcedda davanti a Casteldebole

Nel periodo piu’ buio del suo Bologna, mentre davanti al centro tecnico di Casteldebole compaiono una testa di maiale e una bara contro il presidente Porcedda, Alberto Malesani affronta i ricordi delle stagioni splendenti. Con il Parma, che domani ospita i rossoblu’ penalizzati, di fatto senza padrone, lui e’ stato l’ultimo allenatore a trionfare in coppa Uefa con una squadra italiana.

Ritrova, nel derby al Tardini, quell’Hernan Crespo tornato a casa e rigenerato, che con un gol al Marsiglia fu protagonista della magica serata di Mosca di 11 anni fa. L’argentino timbro’ anche le altre finali del ’99, sigillando i successi in coppa Italia e in Supercoppa italiana, che portarono il tecnico veronese sulle vette del calcio. Vittorie ”poco reclamizzate in quel periodo, ma che sono rivalutate”, diceva giorni fa.

La storia di Crespo, 35 anni, si incrocia con quella di Marco Di Vaio, 34, in un duello antico che mette insieme 273 centri in A, che vede l’argentino prevalere con 29 reti in piu’ dell’attaccante romano. Passato pure lui per un’esperienza deludente al Genoa, per il terzo anno di fila il capitano tiene a galla il Bologna. Quest’anno, con nove gol, ha ancora di piu’ sulle spalle la squadra: sono 17 i punti su 20 (19 con la penalizzazione), dovuti alle sue reti. ”E’ bello pensare che quei due ragazzi che si fermavano insieme a calciare dopo l’allenamento ora sono ancora qui. Siamo ancora qui, tutti e tre insieme, dopo tanto tempo”, considera malinconico Malesani. Che ormai da un mese e mezzo sta resistendo nel fortino, raccogliendo vittorie e prendendosi la rivincita sul campo contro chi lo dava per finito. ”E’ stato un anno positivo”, ha detto, tracciando il bilancio di un 2010 che lo ha visto per meta’ lottare invano, ma con onore per tenere in A un Siena disperato.

E poi salire sulla carrozza di Porcedda, quando questi era arrivato a Bologna da ‘principe’, promettendo di aprire un ciclo all’insegna dei giovani e del bel gioco. La memoria pero’ non cancella le ombre del presente. Anche lui stamattina ha visto la cassa da morto che aspettava la squadra davanti al centro tecnico di Casteldebole. Un nuovo messaggio durissimo al presidente lontano, reo di aver lasciato la societa’ nel fango finanziario, colpevole di non aver ancora ceduto lo scettro alla cordata Consorte-Zanetti, candidata all’acquisto. Mentre sulla bara, a cui poi si e’ aggiunta la testa di porchetta comparsa sopra i cancelli, la procura bolognese aprira’ un fascicolo per minacce gravi, Malesani si e’ fatto trovare mogio.

”Domani vedrete l’ennesima prova da professionisti. Non chiedetemi niente di extracalcistico, non ho voglia di parlare.”, ha detto nella conferenza di vigilia. Un’esasperazione che segue la messa in mora dei giocatori, che avanza i inesorabile con il count-down. Se le cose non si aggiustano, se nessuno compra e ricapitalizza, l’amarcord del Tardini potrebbe anche essere, nella peggiore delle ipotesi possibili, quella del fallimento, l’ultima fotografia della storia di questo Bologna. Impedendo al tecnico un nuovo tuffo nel passato, quando dopo le feste il Bologna ricevera’ la Fiorentina.

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