Leonardo Bonucci, durante una lunga intervista per il format Fenomeni su Amazon Prime Video con Luca Toni, ha ripercorso la sua carriera, soffermandosi su uno degli episodi più discussi: la lite con Massimiliano Allegri nel 2017, dopo una partita contro il Palermo. Quell’episodio culminò nell’immagine iconica di Bonucci relegato su uno sgabello durante la trasferta di Champions League contro il Porto, ma il difensore ha finalmente raccontato i dettagli della vicenda, gettando nuova luce su quanto accaduto.
Le origini del malinteso
Il rapporto tra Bonucci e Allegri, come rivela lo stesso difensore, non iniziò nel migliore dei modi. Uno dei collaboratori dell’allenatore avrebbe confidato a Bonucci che, all’arrivo dello staff, il giocatore era considerato un punto debole da eliminare: “Preparavamo le partite su di te perché facevi errori”. Nonostante questo, Bonucci riuscì a dimostrare la sua importanza, ma la tensione con Allegri non si dissolse mai del tutto.
Il caso Palermo
La scintilla che fece esplodere il conflitto si verificò durante Juventus-Palermo. Bonucci racconta di aver notato le difficoltà di Marchisio, rientrato da un lungo infortunio, e di aver suggerito ad Allegri di sostituirlo: “Claudio è morto, cambia l’8”. L’allenatore, però, fece un’altra sostituzione, scatenando la reazione del difensore. “Mi mandò a quel paese e mi insultò”, ricorda Bonucci. La situazione degenerò nel post-partita: il giocatore irruppe nello spogliatoio, cercando un confronto diretto con Allegri. La lite fisica fu placata solo dall’intervento dei dirigenti.
La rottura definitiva
L’episodio segnò un punto di non ritorno. Allegri voleva Bonucci fuori rosa, ma la dirigenza mediò. Nonostante il reintegro, il rapporto tra i due rimase incrinato. Prima della finale di Cardiff, la società rinnovò il contratto dell’allenatore, un segnale che per Bonucci rappresentò una chiusura definitiva: “Mi sentivo un patrimonio del club, ma non mi tutelarono”.
Poche settimane dopo, Bonucci lasciò la Juventus per il Milan, salvo tornare a Torino un anno dopo. La vicenda rappresenta uno degli episodi più controversi della sua carriera, simbolo di un rapporto tanto complicato quanto intenso con Allegri.