Boxe, vogliono cancellarla dalle Olimpiadi. A partire da Los Angeles 2028. Perché? Forse che il pugilato non è più la Nobile Arte? Il CIO sembra deciso.
Attorno al ring olimpico circolano personaggi che alimentano vecchi sospetti di corruzione. Insomma è tempo di bonificare. Eppure Papa Francesco riceve in Vaticano la napoletana Irma Testa – bronzo storico a Tokyo. È la prima pugile italiana a vincere una medaglia olimpica, e anche una ragazza impegnata nel sociale.
Invece i baroni del Comitato Olimpico pensano i mettere alla porta una disciplina sportiva sempre presente ai Giochi, sia antichi che moderni. In questi ultimi conta la presenza dal addirittura 1904. Dice a nome di tutto il movimento il pugile barese Vincenzo Cantatore, campione del mondo WBU nel 1998: “Sono basito, è come vietare alla Ferrari di correre in Formula Uno. O togliere l’insegnamento di Dante Alighieri dalle lezioni di italiano a scuola. Assurdo”.
Thomas Bach, numero uno del Comitato Olimpico, ha già avvisato la nostra Federazione Boxe invitandola ad un cambiamento “entro due anni, sennò siete fuori”.
Nel mirino del CIO tre ostacoli da superare: trasparenza della Federazione, la sua gestione economica, gli scandali arbitrali con i vari favoritismi nei confronti di alcune Federazioni. Ora sono legittime le richieste del presidente Bach, non il prezzo da pagare se qualcosa zoppica.
E poi bisogna rispettare la boxe italiana che nelle Olimpiadi moderne ha collezionato 15 medaglie d’oro, 16 d’argento e 18 di bronzo. Un bottino che la colloca al quarto posto nel medagliere, dietro a StatiUniti, Cuba e Gran Bretagna.
Probabilmente il pugilato sconta l’ondata del politicamente corretto. Può darsi. Epperò non bisogna nemmeno dimenticare che ha ispirato le leggendarie saghe cinematografiche (Rocky). E squarci di formidabile letteratura che hanno impegnato fior di scrittori come Sepulveda, Hemingway, Pasolini, Arpino.
E poi ci sono le storie pedagogiche di cronaca di vita, di sofferenza. Sono riferimenti importanti. Come la storia di Cassius Clay, oro alle Olimpiadi di Roma nei medio massimi, convertitosi alla fede islamica nel 1964 e divenuto Muhammad Ali’. Un gigante. Ricorderemo il suo motto: “ Vola come una farfalla, pungi come un’ape”. È la boxe che con Ali, ha dato “ lo sportivo del secolo “ secondo l’autorevole Sported Illustrated, il famoso settimanale di New York. Signor Bach ci pensi.