![Marcell Jacobs e Filippo Tortu](https://www.blitzquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/02/jacobs_tortu_ansa-1024x683.jpg)
Marcell Jacobs e Filippo Tortu (Foto Ansa)
Il fratello di Filippo Tortu – oro a Tokyo 2021, il primo azzurro ad abbattere il muro dei 10 secondi nei 100 con uno strepitoso 9”99 – è indagato per presunto spionaggio su Jacobs. Giacomo Tortu avrebbe commissionato l’inchiesta illegale per cercare conferme ai sospetti di doping su Marcell. Hackeraggio avvenuto, secondo l’accusa tra il 2020 e la fine del 2021. L’inchiesta è condotta dalla Procura della Repubblica di Milano incaricata di indagare nel buco nero delle rivalità interne all’Italia campione olimpica della staffetta 4X100.
Il fratello di Filippo è indagato per accesso abusivo al sistema informatico. Sarebbe stato lui, raccontano i verbali della Procura di Milano, a commissionare l’inchiesta illegale per incastrare Marcell Jacobs, collega e rivale di Tortu. C’erano all’epoca dei sospetti di doping e Giacomo Tortu si è rivolto a Equalize, la società milanese finita nella bufera a dicembre dello scorso anno come fabbrica di Hackeraggi e di dossier.
È una gran brutta storia che porta a galla lacerazioni profonde nella squadra azzurra. È bene ricordare che Filippo Tortu non è indagato e la sua sorte dipenderà, in buona parte, da quello che il fratello Giacomo dirà sui veri motivi che lo hanno spinto a bussare alla porta degli spioni.
Una brutta storia
Tutto è cominciato l’anno prima delle Olimpiadi di Tokyo. A rivolgersi a Carmine Gallo è stato il cugino dei fratelli Tortu, uno studente padovano di giurisprudenza che con Gallo aveva un amico in comune. Il giovane laureando ha messo in contatto Giacomo Tortu con l’ex superpoliziotto che a sua volta gli ha presentato uno degli haker più formidabili a sua disposizione, ovvero il torinese Gabriele Pegoraro, ingegnere informatico, un fuoriclasse in grado di penetrare ogni dispositivo. E Pegoraro si è subito scatenato.
Nei file del suo computer i carabinieri hanno trovato le tracce degli accessi ai telefoni di Jacobs e del suo staff. Nel mirino anche il manager di Jacobs Marcello Magnani, l’allenatore Paolo Camossi e il nutrizionista Giacomo Spazzini. Le incursioni sarebbero iniziate prima dei Giochi di Tokyo e proseguite anche dopo la vittoriosa spedizione in Giappone.
Aperta anche un’indagine sportiva
Il presidente della Federazione Stefano Mei, 62 anni, è intervenuto sul caso spionaggio Tortu-Jacobs con molta cautela. Ha detto il presidente: “Abbiamo appreso dai media che un tesserato della Fidal, Giacomo Tortu, risulterebbe indagato dalla Procura di Milano in presunte attività di spionaggio su Marcel Jacobs. Qualora fosse confermata la presenza di una indagine, saremmo di fronte ad un episodio che dovrà essere affrontato anche dalla nostra Procura Federale che, come da regolamento, valuterà le carte non appena possibile secondo i tempi del procedimento penale. Stiamo comunque parlando di una vicenda che pare non coinvolgere Filippo”.
È il caso di ricordare che comunque la Procura Federale Fidal si è già mossa e sul tavolo del Procuratore Michele Ponzeletti c’è già un fascicolo aperto sul caso in attesa che da Milano arrivino gli atti dell’indagine.
Lo stupore di Jacobs
Il pasticciaccio brutto della spy story all’italiana con il due volte campione olimpico finito sotto la “cura” del superpoliziotto Carmine Gallo ha incontrato lo stupore dell’interessato Marcell. Jacobs pur ammettendo che l’essere stato spiato è più che fastidioso – una violazione di privacy che metterebbe a disagio chiunque – si è detto convinto che il suo compagno di staffetta fosse davvero all’oscuro di tutto e non mette in dubbio la sua buona fede. Lo ha confermato nella serata di venerdì: “Personalmente credo a Filippo Tortu quando dice di essere estraneo alla vicenda che coinvolge il fratello Giacomo”. Anche i gruppi sportivi militari di Tortu e Jacobs si stanno muovendo con prudenza.