Buferone volley: Paola Egonu ha abbandonato la Nazionale alla vigilia del Preolimpico polacco di Lodz (16-24 settembre). Tempesta annunciata dopo l’Europeo iniziato male (per lei) e finito peggio (per la squadra). Il rapporto con il ct Mazzanti è degenerato. Egonu, una delle più forti schiacciatrici del mondo, esclusa dal team azzurro. Non convocata. Non giocherà le qualificazioni olimpiche. Esclusione “concordata” con la Federvolley del presidente Manfredi. È di nuovo il “caso Egonu”, undici mesi dopo lo psicodramma del Mondiale 2022 (sconfitta in semifinale col Brasile, 13 ottobre). Quella sconfitta ha prodotto una coda velenosa, in testa lo sfogo (durissimo) sui presunti insulti razzisti e il conseguente addio alla Nazionale e il passaggio ad un club turco. In Turchia Paola è rimasta una sola stagione, il tempo per smaltire la sbornia post Mondiale; il prossimo campionato lo giocherà in Italia, nel team Vero volley Milano. Restano, in ogni caso, alcuni punti da chiarire al più presto, pena la credibilità dello sport e dei suoi valori.
Un patrimonio da proteggere, una persona (come tutte) da rispettare. E non solo perché è “l’attaccante più forte del mondo” come va ripetendo in queste ore Daniele Santarelli, ct della Turchia (fresca vincitrice dell’Europeo) ed ex allenatore della Egonu a Conegliano. Ma anche perché averla convocata per lasciarla in panchina è surreale. Di più: è mortificante. Mentre tutto il mondo ci invidia Paola, noi non la facciamo giocare in nome di equilibri non soltanto di campo. Mah!
Il CT Mazzanti ha preferito Ekaterina Antropova, 20 anni, russa naturalizzata italiana all’ultimo momento, titolare nella pallavolo Scandicci alla veterana Egonu ,24 anni, una garanzia in campo. I nodi della disastrosa gestione di Paola Egonu ai fallimentari europei di pallavolo sono venuti al pettine. Tra la campionessa veneta e il tecnico dell’Italia c’è stato un duro confronto. Conclusione: Paola ha deciso che ne aveva abbastanza di una simile situazione e si è tirata fuori dal torneo Preolimpico polacco che attribuirà due posti per il giochi di Parigi dell’anno prossimo. È il caso di ricordare che in caso di ulteriore fallimento in Polonia, l’Italia ha il paracadute abbastanza sicuro del ranking.
Primo, il presidente Manfredi deve “ interrogare” le azzurre e verificare se è vero che c’è una certa insofferenza verso un CT al quale, contrariamente a quanto dichiarato dopo il ko contro l’Olanda, questa squadra sembra ormai essere sfuggita di mano. Secondo, occorre verificare se le azzurre sono pronte ad accogliere la Egonu senza pregiudizi. Mazzanti in queste settimane si gioca tutto. Fallire l’accesso a Parigi 2024 dopo il flop all’Europeo renderebbe complicato non riconsiderare la posizione del CT. L’impressione da fuori è che al di là dei contratti, il destino dell’Italia ma anche di Mazzanti si deciderà in Polonia.
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