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Gran Bretagna: un calciatore su 4 conosce un collega gay. Ma l’outing resta un tabu

di Emiliano Condò |8 Settembre 2010 21:14

Ci sono mezzo milione di calciatori professionisti nel mondo, ”ma nessuno di loro ha mai detto di essere gay”. Una statistica “sospetta” per due ricercatori britannici, che, quindi  hanno intervistato 3.000 tra giocatori, allenatori, arbitri e tifosi per uno studio: piu’ di uno su quattro ha detto di conoscere giocatori omosessuali.

I risultati della ricerca, condotta da Ellis Cashmore e Jamie Cleland, sono stati inviati alla federazione calcistica e all’associazione calciatori inglesi. Il 27% del campione ha detto di conoscere personalmente calciatori gay. ”Ma nessuno di loro ha fatto il passo di rivelarlo pubblicamente”, ha spiegato Cashmore.

Il calcio britannico conosce il precedente di Justin Fashanu, fratello del piu’ famoso John, e attaccante che gioco’ per diverse squadre – tra cui Norwich City, Nottingham Forest e Manchester City – e fu messo alla berlina dopo il suo outing: si suicido’ nel 1998, a 37 anni. Di recente, ha fatto scalpore nella Spagna dei matrimoni gay la foto di Zlatan Ibrahimovic e Gerard Piquè in atteggiamento confidenziale, e i due campioni del Barcellona hanno dovuto precisare che si trattava solo di un saluto.

”Non mi e’ mai capitato in 40 anni di carriera di incontrare un giocatore gay”, disse Marcello Lippi quando era ct azzurro, aggiungendo che confessarlo non sarebbe opportuno. Secondo i ricercatori, non e’ la paura del giudizio dei tifosi a indurre i giocatori gay a nascondere le loro preferenze sessuali. ”I tifosi stanno sfidando le organizzazioni che governano il calcio a contrastare la cultura del segreto che circonda i calciatori omosessuali”, sostiene invece il ricercatore, professore di cultura, media e sport alla Staffordshire University.

Secondo i tifosi intervistati, l’omosessualità viene nascosta dai giocatori sotto la pressione dei procuratori e delle societa’, ha sottolineato Cleland, docente di sociologia ed ex portiere del Coventry City: ”I tifosi dicono che troppo spesso si da’ la colpa a loro, ma oltre il 90 per cento ritiene che non ci sia spazio per l’omofobia nel calcio”. ”A quanto pare dietro la segretezza nel calcio si sono pressioni commerciali – ha affermato Cashmore -. Ma essere gay non ha danneggiato le carriere di attori, musicisti e politici e le persone intervistate ritengono che il primo calciatore dichiaratamente omosessuale avrebbe notevoli opportunita’ pubblicitarie”.

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