Calcio, amichevole: Palestina-Italia 3-0

(di Virginia di Marco).
– DURA (HEBRON, CISGIORDANIA), 12 GIU – In uno stadio
nuovo di zecca, davanti a 25 mila persone in tripudio, la
rappresentanza olimpica palestinese ha superato oggi per 3-0 la
nazionale under 20 della Lega Pro italiana in una partita
amichevole giocata per suggellare accordi di cooperazione
siglati in mattinata fra la federcalcio italiana e quella
palestinese (Pfa). In tribuna di onore, nello stadio di Dura,
c'erano il presidente della Pfa Jibril Rajub, ex responsabile
della sicurezza palestinese sotto il presidente Yasser Arafat,
Mario Pescante, 'ministro degli esteri' del Comitato olimpico
internazionale, e Mario Macalli, presidente della Lega Pro.
La partita e' stata definita da Pescante ''di importanza
storica''. Quello odierno era infatti il primo incontro in
Cisgiordania fra la rappresentanza olimpica palestinese ed una
squadra occidentale. Gli abitanti di Dura e della zona vicina,
consapevoli della portata dell'evento, hanno cercato in tutti i
modi di assistere alla partita. I biglietti sono andati a ruba e
chi non e' riuscito ad accaparrarseli per tempo si e' arrangiato
alla meno peggio, trasformando in tribune improvvisate i tetti
piatti degli edifici circostanti. Anche il settore riservato
alle donne era oggi strapieno: signore e signorine, per lo piu'
velate, hanno fatto il tifo per i loro beniamini.
Quando, a pochi minuti dall'inizio del match, e' giunto il
primo gol della nazionale olimpica palestinese, nello stadio di
Dura, decorato con bandiere palestinesi e italiane, e' esploso
un boato. Il clamore della folla entusiasta ed il rullio dei
tamburi impazziti si sono avvertiti anche fuori dallo stadio
appena inaugurato. E quando sono sopraggiunti il secondo e il
terzo gol, il pubblico e' scattato in piedi all'unisono,
sventolando il vessillo nazionale e scandendo: ''Pa-le-stine!
Pa-le-stine!''.
Il paragone tra l'atmosfera che si respirava oggi nello
stadio Dura, mentre si giocava questo match dal forte valore
simbolico, con lo scandalo che invece sta investendo in questi
giorni il mondo del calcio italiano e' sorto spontaneo. ''La
faccia vera del calcio e' quella pulita che abbiamo visto in
campo – ha affermato Pescante -. Ecco perche' abbiamo scelto una
squadra di giovani, anche se magari faticano un po'. Il calcio,
del resto, e' cresciuto in tutto il mondo, la rappresentanza
olimpica palestinese e' una squadra di livello dignitosissimo''.
Giocare nei Territori occupati, a 11 chilometri da Hebron,
una delle citta'-simbolo del conflitto tra israeliani e
palestinesi, ha ovviamente un significato politico, seppure in
senso ampio. ''Stiamo seguendo una sorta di 'road map' sportiva
– ha spiegato Pescante – Il primo punto era la possibilita' per
i palestinesi di svolgere le partite della loro nazionale in
casa, e lo abbiamo ottenuto. Il secondo punto riguarda invece la
libera circolazione degli atleti palestinesi: su questo, c'e'
ancora qualche incertezza. Facciamo due passi avanti e uno
indietro. Comunque – ha concluso – ci rivedremo il 7 settembre a
Ramallah con le delegazioni israeliana e palestinese per
discuterne con le autorita' di sicurezza israeliane''. .

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