Calcio, la Francia dice addio al sogno multirazziale: in arrivo quote per arabi e neri

PARIGI – Addio alla nazionale multirazziale, ai campioni del mondo 1998 che invece di ‘Bleus, Blanc, Rouge’ furono ribattezzati ‘Black, Blanc, Beurs’ (Nero, bianco e arabo), a quel melting pot del pallone guidato dall’algerino Zinedine Zidane che celebrò la coppa sugli Champs-Elysees insieme al simbolo di un’integrazione vincente.

La nuova Federcalcio vuole le quote nei vivai per neri e arabi e in Francia è già tempesta. Fece infuriare Jean-Marie Le Pen e l’estrema destra xenofoba quella nazionale dei miracoli in cui accanto a Zidane sfrecciavano i neri Thuram, Desailly, Karembeu, Vieira e Thierry Henry.

Un miracolo destinato a restare isolato se sono vere le indiscrezioni di Mediapart, sito on line che ha diffuso oggi la clamorosa notizia che la FFF, la Federcalcio, sta studiando un sistema di quote per l’accesso ai vivai nazionali che limiterebbe il numero di neri e arabi al 30%.

Secondo la fonte, altamente attendibile, i motivi sarebbero di due ordini: evitare che troppi giocatori con doppia nazionalità crescano in Francia per poi andare a fare le fortune di altre nazionali e mettere un argine al fenomeno dei ”troppi neri, alti e atletici, a scapito dei bianchi”, che nel gioco ”champagne” della Francia rappresenterebbero ”l’intelligenza della manovra”.

”Meno neri e meno arabi sui campi da gioco”, scrive oggi il sito, secondo il quale ”molti dirigenti della Direzione tecnica nazionale (DTN) della Federcalcio francese, tra cui il ct dei Bleus, Laurent Blanc, hanno approvato nella massima discrezione il principio di quote discriminatorie nei centri di formazione e nelle scuole calcio del Paese. Obiettivo – scrive ancora il sito internet, che in passato ha portato alla luce scoop importanti come quello legato allo scandalo Bettencourt – limitare (già dall’età di 12-13 anni) il numero di giocatori francesi di origini africane e nord-africane”.

Ordini in questo senso sarebbero già stati impartiti ”ai responsabili dei centri di formazione, come l’istituto nazionale francese (INF), a Clairefontaine” (la Coverciano francese). In una di queste riunioni, l’8 novembre, è stato il direttore tecnico Francois Blaquart a proporre il limite del 30% per neri e arabi. In quell’occasione anche Laurent Blanc, il Ct che ha preso il posto di Raymond Domenech dopo la pessima impresa della Francia ai Mondiali del Sudafrica, si sarebbe detto ”favorevole” alla proposta.

Due i motivi addotti: primo, ci sono troppo calciatori con la doppia nazionalità, formati in Francia, ma che poi vanno a giocare in altre nazionali, danneggiando il calcio transalpino. L’altra spiegazione è da brivido. Secondo Mediapart, infatti, sarebbe di ”ordine morfologico” e riguarderebbe soprattutto chi ha la pelle nera. ”In una parola – riassume il sito internet – nel calcio francese ci sono troppi neri atletici e prestanti e non abbastanza piccoli bianchi che hanno l’intelligenza del gioco”.

La Federcalcio smentisce che siano, al momento, state prese ”decisioni” ma non nega che si sia parlato di questa eventualità. Contattato oggi, Blaquart si è difeso dicendo a Mediapart che ”in ogni discussione ci sono delle posizioni che possono essere considerate eccessive, succede così in ogni dibattito. Ma in nessun modo – ha aggiunto – è stata presa una decisione” sullo sbarramento dei giocatori che non hanno la pelle bianca.

Da parte sua, Blanc non ha voluto commentare. ”La Repubblica garantisce l’eguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini senza distinzione di origine, razza o religione”, conclude polemicamente Mediapart.

Nella nazionale di Laurent Blanc, che sta rinascendo dalle ceneri sudafricane disputando un buon girone di qualificazione agli europei 2012, ci sono in media nove o dieci ”figli dell’immigrazione” su 23 convocati, fra i quali Florent Malouda, Karim Benzema, Alou Diarra ed Eric Abidal. Un po’ al di là della quota del 30% ipotizzata dalla Federcalcio.

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