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Calcio in tv, arriva la pesantissima sentenza: così si rischia il carcere

Novità in vista in tema di calcio in televisione: arriva la stretta anti pirateria con il carcere per chi non rispetta le normative

La pirateria uccide il calcio è lo slogan scelto per invogliare i tifosi ad evitare di utilizzare canali illeciti per guardare le partite di Serie A in tv.

Un argomento molto dibattuto e che tira in ballo anche il Governo. Negli ultimi mesi alle polemiche per l’aumento dei prezzi degli abbonamenti Dazn, si è spesso risposto tirando in ballo proprio la pirateria e la necessità di bloccarla in maniera importante per poter migliorare le cose.

Diverse le campagne fatte anche dalla Lega Serie A proprio su questo punto ed ora si registra una novità molto importante che riguarda le sanzioni per chi favorisce proprio la pirateria. Si tratta di due emendamenti al decreto Omnibus contro la pirateria in tv anche per gli eventi sportivi, che portano la firma di Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Emendamenti che hanno ricevuto l’approvazione delle commissioni Bilanco e Finanze al Senato e che ora potrebbero cambiare completamente le cose. Ma cosa dicono questi due emendamenti?

Calcio in tv e pirateria: si rischia il carcere

Le novità introdotte dai due emendamenti approvati al Senato sono sostanzialmente due. Il primo emendamento punta ad allargare anche ai fornitori di servizi Vpn e quelli di Dns pubblicamente disponibili l’obbligo di bloccare l’accesso ai contenuti diffusi in maniera illecita.

Telecamera a bordo campo
Calcio in tv e pirateria: si rischia il carcere (ANSA) – Blitzquotidiano.it

Nello stesso emendamento si legge che periodicamente dovranno essere riabilitati i nomi dominio e gli Ip bloccati, sempre nel caso in cui siano trascorsi sei mesi dal blocco e se non siano utilizzati per finalità illecite.

Mano pesante anche per coloro i quali prestano servizi di accesso alla rete. Nel nuovo emendamento, infatti, è previsto l’obbligo di segnalare ad autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria da parte dei prestatori di servizio che vengano a conoscenza di condotte penalmente rivelanti.

Nel caso in cui non vengano rispettati gli obblighi di comunicazione, c’è il rischio di un anno di carcere. Per prestatori di servizi di accesso alla rete si intende chi gestisce i motori di ricerca, fornitori di servizi alle società di informazioni, tra i quali fornitori e intermediari VPN e fornitori e intermediari di soluzioni tecniche che impediscono l’identificazione dell’indirizzo IP, oltre a operatori di content delivery network, fornitori di servizi di sicurezza internet e di Dns distribuiti e gli hosting provider che fungono da reverse proxy server per siti web. Tutti questi soggetti sono tenuti, infine, a designare un punto di contatto che consente di comunicare in maniera diretta con l’Autorità.

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