Calcio morto Bearzot, Cabrini: “Lui come Don Chisciotte, solo contro tutti”

Antonio Cabrini e’ un altro del gruppo Bearzot, trascinato con Rossi in azzurro giovanissimo nel 1978 e poi protagonista in Spagna. Ricordi ed emozioni si rincorrono nei pensieri dell’ex juventino: ‘Era determinante sotto l’aspetto umano – dice ai microfoni di Sky – soprattutto la maniera di gestire la squadra nei momenti extracalcistici. Lui ha vinto molto ma ha vinto di piu’ nella vita, aveva forgiato un gruppo di persone legate che avrebbero fatto tutto per lui”. L’episodio caro al ricordo di Cabrini e’ legato alla finale mondiale di Madrid cominciata per l’ex terzino molto male. ”Ricordo la faccia, oscurata dal vento e dalla delusione quando ho sbagliato il calcio di rigore che poteva portarci subito in vantaggio con la Germania. Ma subito la delusione in lui lascio’ il posto all’ottimismo: ‘E’ inutile che continui a pensarci – mi ha detto – siamo sullo 0-0, lasciati alle spalle questo momento delicato’. Per me e’ stato un secondo papa’, come allenatore era molto preparato, non aveva bisogno di parlare. Era un po’ don chischiotte nell”82, unico di fronte a tutti nei giorni delle polemiche. E’ nata cosi’ l’ immagine di un uomo che per i suoi ragazzi dava tutto”.

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