Calcio scommesse, Bari: giocatori davano risultati esatti ai capi ultrà

Pubblicato il 25 Febbraio 2012 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA

Calcio scommesse (LaPresse)

BARI – Un nuovo capitolo nella brutta storia del calcio scommesse che ruota intorno al Bari calcio e alle partite sospette dello scorso campionato italiano di calcio di Serie A.

Le ultime indiscrezioni sulla vicenda vengono riportate dalla Gazzetta dello Sport a firma di Francesco Ceniti; ecco i passi più importanti dell’articolo.

Nulla di ufficiale, ma fonti investigative non hanno smentito le indiscrezioni. Queste: alcuni ultrà biancorossi avrebbero preteso le «informazioni», come le chiamano Ilievski e Gegic, sui risultati sicuri.

Il motivo? Semplice: utilizzarle per scommettere e fare cassa. Anzi, a un certo punto le parti si sarebbero capovolte e le pressioni dei capi della curva sarebbero state molto decise, tanto da non ammettere rifiuti: «Ora si fa come diciamo noi». Questa svolta dai mille rivoli potrebbe essere arrivata più o meno prima della gara contro la Sampdoria. E apre scenari inquietanti.

Sotto assedio Ricostruiamo la situazione: il Bari è virtualmente retrocesso, la società in crisi non paga da mesi gli stipendi. L’ambiente intorno alla squadra è viziato da personaggi come minimo ambigui, come un gruppo di ristoratori e noti scommettitori. Per la Procura alle spalle di tutto il movimento c’è il clan Parisi che ricicla il denaro in un bookmaker con sede a Londra.

I giocatori avrebbero iniziato ad appoggiarsi a loro per effettuare a credito le puntate. In città i sospetti su queste abitudini sono quasi una certezza. Bellavista, ex capitano, tasta il terreno con Iacovelli. Al telefono parlano del «parigino» (un capo ultrà) e sottolineano come i calciatori siano sotto assedio. La contestazione riferita nella conversazione accade nella settimana successiva alla sconfitta in casa contro il Chievo. Per gli inquirenti quella partita è molto sospetta. Gli ultrà avrebbero capito che i giocatori stavano vendendo «informazioni». E allora la strategia cambia.

La svolta Passa un mese, secondo la ricostruzione. La prima richiesta sarebbe arrivata per la partita di Cesena: da perdere. Cosa che accade e fa felice per una volta anche la parte di ultrà che avrebbe scommesso a colpo sicuro e poi «ringraziato» i giocatori con somme di denaro in contanti.

Lo schema si ripete la settimana successiva quando il Bari va k.o. in casa con la Samp (su rigore). Per gli investigatori questa è un match che fa da spartiacque: la stessa «informazione» potrebbe essere stata girata a più bande. Dunque, non solo gli ultrà. In questa fase arrivano anche gli Zingari, ma in ritardo per entrare nell’affare. Il seguito della storia è più semplice da seguire grazie alle deposizioni di Masiello e Iacovelli. Per la sfida di Palermo, Gegig paga 250 mila per un 3-1, ma finisce 2-1.

Iacovelli, però, fa capire che quel risultato potrebbe essere stato venduto a un’altra organizzazione. Gli ultrà, il gruppo dei ristoratori oppure c’entra Bellavista? Le risposte spettano ai magistrati che di sicuro hanno nel mirino anche il derby con il Lecce, dove sarebbe spuntata un’offerta a perdere da capogiro. Il cerchio si chiude con lo 0-4 di Bologna. Per Iacovelli un «risarcimento» offerto agli Zingari, forse «girato» ad altri. E’ la combine «più spudorata» secondo gli inquirenti. Toccherà a Masiello e ai suoi compagni rimasti impigliati nella rete chiarire questi misteri: dovranno essere convincenti per evitare guai più grandi“.