BARI – E’ stato iscritto nel registro degli indagati il nome del giovane imprenditore leccese Carlo Quarta, indicato da Andrea Masiello come l’emissario salentino che gli chiese di truccare il derby Bari-Lecce del 15 maggio 2011 e che gli consegno’, il 22 agosto 2011, circa 230 mila euro in contanti durante un incontro avvenuto in un hotel di Lecce. Il reato ipotizzato e’ quello di frode sportiva, anche se sulla qualificazione giuridica dei fatti mancano conferme.
Di Quarta dovrebbero parlare oggi al pm Ciro Angelillis anche i Masiello boy’s, Gianni Carella e Fabio Giacobbe, che sono ora sotto interrogatorio nel carcere di Bari. I due hanno deciso di collaborare alle indagini per ottenere gli arresti domiciliari.
Nel primo interrogatorio avevano tenuto tutti e due un atteggiamento difensivo: per questo avevano deciso di non rivelare al pm Ciro Angelillis tutti i fatti a loro conoscenza. A quanto si e’ appreso, i difensori di Carella e Giacobbe, gli avvocati Mario e Carlo Russo Frattasi, dopo l’audizione rimetteranno il mandato.
Quarta: “Fatti privi di ogni fondamento”. ”Ho gia’ dato ampia disponibilita’ agli inquirenti, attraverso il mio legale, a chiarire ogni circostanza, essendo i fatti privi di qualsivoglia fondamento e tesi unicamente a strumentalizzare rapporti antichi fondati su sentimenti autentici”. Lo afferma in una dichiarazione Carlo Quarta, l’imprenditore leccese indagato dalla procura di Bari dopo che Andrea Masiello lo ha indicato come l’emissario salentino che gli consegno’ 230 mila euro per truccare il derby Bari-Lecce.
”Prendo atto, mio malgrado – sottolinea l’imprenditore – di essere stato maldestramente tirato in causa, come diffusamente riportato dagli organi di informazione. Non sono scappato da Lecce, sono solo fuori dalla mia citta”’.
”Mi addolora – conclude – che tutto cio’ arrechi ingiustamente dolore ai miei familiari ed ai miei amici e mi auguro che la barbarie non arrivi fino al punto di strumentalizzare politicamente la grottesca vicenda”.