Calcio scommesse, Lecce: "Noi totalmente estranei"

LECCE – Il Lecce si dichiara totalmente estraneo alla vicenda calcioscommesse e la societa' lo fa affidandosi ad una nota ufficiale diffusa sul proprio sito.

"L'U.S. Lecce tirata in ballo nella vicenda del c.d. 'calcioscommesse' su cui sta indagando la Procura di Cremona (senza aver ricevuto alcun atto formale da parte delle autorita' procedenti, ma solo per citazioni nella conferenza stampa), nel ribadire la propria assoluta estraneita' ai fatti, – si legge – conferma la fiducia incondizionata nella magistratura inquirente, sia ordinaria che sportiva, delle cui determinazioni resta in attesa".

''Peraltro, dalla lettura dell'ordinanza di applicazione della misura cautelare (emessa nell'ambito del procedimento) non emergono – continua il comunicato – elementi di prova degni di nota a carico di tesserati della società, con riferimento alla partita incriminata Lecce-Lazio, se non la dichiarazione 'de relato' (quindi senza una conoscenza diretta dei fatti) di Gervasoni non suffragata da alcun riscontro probatorio, e che coinvolgerebbe solo due calciatori leccesi (di cui uno entrato in campo a partita iniziata per sostituire un compagno, mentre un altro calciatore, che pure si ritiene coinvolto, non ha proprio preso parte alla gara in quanto infortunato)''. ''Nella stessa ordinanza – si evidenzia – si parla della Lazio 'quale logica favorita dell'incontro', per Brescia-Lecce non vi sono neanche quei pochi insignificanti elementi''.

''Come nessun elemento – si sottolinea – vi e' a carico della dirigenza del Lecce dell'epoca (pur citata nella conferenza stampa e da qualche organo di stampa): non si comprende perche' mai avrebbe dovuto prendere parte ad una combine per una gara che non aveva piu' alcun valore per il campionato della squadra".

''Fino all'accertamento in via definitiva delle eventuali responsabilita' di ciascuno (allo stato non e' dato sapere neanche se i calciatori del Lecce siano iscritti nel registro degli indagati), resiste nel nostro ordinamento – si conclude – la presunzione di innocenza e il diritto di difesa da esercitarsi nelle opportune sedi e, pertanto, allo stato attuale appare ingiusta qualsiasi condanna mediatica''.

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