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Calcio scommesse. Ritratto dei Mezzaroma, “una famiglia nel pallone”

di Warsamé Dini Casali |30 Maggio 2012 12:07

I fratelli Massimo e Valentina Mezzaroma, presidente e vicepresidente del Siena

ROMA – Fosse confermata la proposta indecente, far perdere la sua squadra perché ci aveva scommesso sopra, il Siena avrebbe una retrocessione garantita. Il coinvolgimento dei dirigenti nelle combine questo prevede, e Massimo Mezzaroma è il massimo dirigente, il presidente, dal gennaio 2010. Ma chi, quel Mezzaroma che ha sposato l’ex ministro più bella d’Europa, la Mara Carfagna che tanto piaceva al presidente Berlusconi? Non facciamo confusione, quello è Marco, suo cugino, cugino di Massimo, quello che con il presidente della Lazio Lotito ha rilevato la Salerno Calcio, la fenice risorta dal fallimento della Salernitana.

Marco è anche cognato di Lotito, visto che il patron della Lazio ha sposato Cristina, sua sorella. Anche la sorella di Massimo, Valentina,  sta nel calcio, è vicepresidente del Siena. Una famiglia di “palazzinari” nel pallone, secondo l’attenta ricostruzione dell’albero genealogico dei Mezzaroma fornita da Mattia Feltri su La Stampa del 30 maggio, a corredo dell’inchiesta della nuova calciopoli. Nel pallone, oltre ai Mezzaroma e a noi che cerchiamo di districarci nel labirinto familiare, c’è finito anche chi ha curato le didascalie delle foto sul quotidiano torinese, per cui sotto l’immagine di Cristina abbracciata a Lotito c’è scritto che è sorella di Massimo. Non sia mai, quella è Valentina, che dello “zio” Claudio Lotito non sopporta la fede laziale. Loro, Mezzaroma Massimo e Valentina, sono romanisti veri, parcheggiati momentaneamente a Siena.

Facciamo ordine. Il mal di testa è in agguato, concede Feltri. Il patriarca, l’iniziatore della ricca schiatta, è Amerigo, che da falegname poverissimo che era, diventa una specie di re degli infissi negli anni ’50. I suoi tre figli, Pietro, il maggiore, Roberto e Gianni, costruiscono palazzi, hanno edificato su mezza Roma (anche la battuta è in agguato sebbene ampiamente prevista). Il maggiore si vantava, riporta Feltri, di “aver fatto montagne di quattrini senza andare oltre la quinta elementare”. Pietro, nel 1996, avvisò i fratelli di una certa difficoltà economica: “Aho, c’è ‘na novità: semo falliti”. Fu il segnale che le loro strade si sarebbe divise, la famiglia si spaccò, per Gianni e Roberto, Pietro era peggio di “Gei Ar”. E infatti da quel momento fu soprannominato “er texano”.

Va detto, che solo pochi anni prima i tre erano entrati in cordata con Franco Sensi al momento di rilevare la Roma di Ciarrapico. Er texano fu anche presidente per sei mesi. Insomma la passione del calcio è un affare di famiglia. Nel senso buono. Meno buono, in termini di convivenza, il derby familiare con i cugini, in senso letterale, della Lazio. “Er socero” di Lotito è infatti Gianni Mezzaroma. Qualche piccolo incidente di percorso va menzionato: uno scambio di quote tra Roberto, fratello del suocero, e Lotito provocò qualche guaio ai due per una storia di aggiotaggio.

Quindi Lotito si imbarca, insieme al figlio di Pietro, Marco, nell’acquisto della Salerno Calcio. E’ contenta anche Mara Carfagna, la Salernitana è la sua squadra del cuore. Va anche rilevato, così per un tocco di colore, il fascino esercitato sui rampolli della schiatta Mezzaroma dai tatuaggi, Marco e Valentina in primis. Tutto chiaro? Difficile, attendiamo comunque lo sviluppo della Dallas nel pallone: vendersi le partite in qualità di presidente per guadagnarci sopra non passa inosservato. Ma alla domenica, quando davanti a Sky o di fronte a Tutto il calcio minuto per minuto alla radiolina si mettono a seguire le partite, i Mezzaroma tifano per mezza Italia?

 

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