ROMA, 28 DIC – Una partita dai due volti. Lazio-Genoa 4-2 del 14 maggio scorso fu questo, al punto che il team di casa venne definito da alcuni giornali ''squadra bifronte''. Tanto indisponente nei primi 45' (giocati al piccolo trotto e quasi per dovere di firma), quanto arrembante nella ripresa, quando nel giro di venti minuti Hernanes (autore di una doppietta) e compagni misero a segno tre reti. In gol ando' anche Rocchi, alla prima da titolare nell'anno solare. In tutte e tre le circostanze la difesa del Genoa dell'ex tecnico laziale Ballardini non apparve irreprensibile.
In precedenza il fischio finale del primo tempo, sull'1-1 (rete di Biava al 7' e pareggio cinque minuti dopo di Palacio), era stato accolto con un uragano di fischi dal pubblico laziale, indispettito dal comportamento dei biancocelesti ma anche dalle parole dette nei giorni prima del match del presidente Lotito che, in piena guerra con il Coni, aveva minacciato di 'trasferire' la squadra a Firenze. In quei 45' – secondo le cronache di quel giorno – Ledesma e Matuzalem avevano sempre cincischiato, Zarate aveva fatto solo confusione, Mauri aveva dato l'impressione di non sapere dove si trovasse.
Ma nella ripresa fu tutta un'altra Lazio, e si disse che negli spogliatoi Reja aveva strigliato la squadra e che il cambio di atteggiamento era dipeso dalla furia del tecnico. Di sicuro nel primo tempo fu una delle peggiori Lazio della stagione, nei secondi 45' cambio' a 360 gradi e divenne la formazione con la bava alla bocca bisognosa ad ogni costo dei tre punti per continuare a cullare il sogno Champions. Pero' non tutto funziono' a dovere, ci fu quell'ultima distrazione all'89', quando un tiro di Criscito venne spizzato da Floro Flores e fu 4-2.
''Nello spogliatoio ho detto che se giocavamo cosi' rischiavamo di buttare via un'intera stagione – disse Reja a Sky a fine partita -. I ragazzi hanno reagito, ho visto il loro impegno e complimenti''.