Calcio scommesse. Sculli avrebbe ricattato Luca Toni con presunte foto osé

Pubblicato il 1 Giugno 2012 - 10:20 OLTRE 6 MESI FA

Luca Toni e Giuseppe Sculli

ROMA – Giuseppe Sculli avrebbe ricattato Luca Toni, suo ex compagno al Genoa, con foto compromettenti. Stando alle ultime intercettazioni che lo riguardano, la carriera “parallela” di Sculli assume contorni sempre più inquietanti. Erano note le frequentazioni, le relazioni pericolose (c’è anche Massimo Carminati ex Banda della Magliana) del nipote del boss della ‘ndrangheta Giuseppe Morabito “tiradritto”. Sulla Stampa del 1 giugno il cronista Fabio Poletti definisce “disposti a tutto” quei giocatori coinvolti nelle presunte combine pur di arrivare alla gestione dei risultati del campo, a vendersi le partite. Perfino a piegare i compagni di squadra riottosi e recalcitranti, come Luca Toni, vittima di un ricatto orchestrato dallo stesso Sculli, sempre che venga verificato il contenuto delle frasi scambiate al telefono con uno degli “zingari”, Safet Altic. Si parla di foto piccanti, scabrose, il centravanti Toni in compagnia di ragazze. Foto in mano a Sculli che vuole recapitarle alla moglie di Toni. Che non è esattamente apprezzato dai presunti (ma rei confessi almeno al telefono) ricattatori.

Sentiamo Sculli: “Peperone è ancora qua…Il coglione è qui…Mamma che coglione…(ride, ndr). Io ce le ho davvero le foto…Telo giuro che le ho, fratello….Poi le recapitiamo alla signora…(ride, ndr)”. Dove “fratello” è Altic e “peperone” Luca Toni. Il giro di intrallazzi del “ragazzo di Calabria non finisce qui. Al telefono parla, al telefono scopre altri altarini. Potenzialmente altri guai per la reputazione del Genoa, altri guai anche per il suo presidente Preziosi. Stavolta Sculli è al telefono con uno dei capi-ultrà. Mancano poche ore alla partita della vergogna. Quella partita in cui gli ultras pretendono ed ottengono che i calciatori, immeritevoli a loro giudizio di vestire la maglia del Genoa, se la sfilino, in una gogna pubblica trasmessa in mondovisione.  Il capo ultrà Massimo Leopizzi annuncia a Sculli, sempre al telefono, che qualcosa succederà: “Ok fratellino. Tregua fino a Genoa-Siena. Poi liberi tutti. Con voi liberi di scappare se ci riuscite…” L’unico che non scapperà, che addirittura sarà esentato dall’umiliazione sarà proprio Sculli, viste le sue, diciamo così, aderenze tra i “fratellini” in curva.

Massimo Leopizzi troverà il modo di richiamare il “fratellino” Sculli anche dopo la partita, dopo le gravi denunce del presidente del Genoa Preziosi che invoca la galera per gli ultras. Sculli è sempre intercettato dalla Procura di Cremona, per la storia di Lazio-Genoa. Si sfoga il Leopizzi, ha qualche conto in sospeso con Preziosi: “Chi ti paga è un infame, questo porco è un infame, questo qui si è salvato dal carcere nel 2006 grazie al sottoscritto: rischiava nove anni, ma adesso mi butto nell’infamità, mi butto infame come Buscetta”. Di cosa parla? Di un fatto del 2004-2005: un Genoa-Venezia addomesticato per cui Preziosi si beccò quattro mesi di carcere per frode sportiva. Il Genoa fu retrocesso dalla B alla C.