Calcio scommesse: Simone Pepe il “personaggio” più atteso

ROMA – Era il personaggio più atteso in Procura federale e Simone Pepe non ha deluso. Non tanto per la sua versione dei fatti sulla presunta telefonata che l’ex calciatore del Bari Salvatore Masiello gli avrebbe fatto per tentare di combinare la partita Udinese-Bari risalente alla stagione 2009/2010, quando il bianconero militava con i friulani, quanto piuttosto per come il giocatore ha cercato di nascondere agli occhi di telecamere e fotografi la sua apparizione negli uffici dei federali.

Il calciatore juventino è stato infatti ascoltato direttamente nella sede della Federcalcio e non nella Procura federale di via Po ed è rimasto lì per circa un’ora prima dell’inizio della sua audizione da parte del pool di Palazzi. Nei quaranta minuti di confronto probabilmente il giocatore non ha confermato la chiamata denunciata ai pm di Bari da Andrea Masiello. ”Il mio compagno chiamò Pepe – raccontò l’ex capitano dei biancorossi riferendosi a Salvatore Masiello – e gli disse se lui era disposto a… oppure no… Appena staccò la chiamata si girò verso me. Eravamo in camera io e Belmonte che si girò verso me e disse: ‘no, Pepe ha detto no”.

Racconto smentito dallo stesso Salvatore che scagionerebbe il bianconero dall’omessa denuncia. Udinese-Bari fu anche l’ultima partita disputata da Cristian Stellini, attuale collaboratore del tecnico della Juve Antonio Conte, ascoltato anche lui in Figc. Stellini, già stato sentito dagli inquirenti federali sulla questione Siena in un’audizione in cui smentì le accuse rivolte a lui e a Conte dal pentito Filippo Carobbio, mercoledì, sarebbe stato chiamato dagli inquirenti a fornire elementi sui suoi trascorsi al Bari.

Una società che oggi, negli interrogatori subiti da gran parte della dirigenza biancorossa negli uffici di via Po, si è dichiarata parte lesa e vittima del ‘protocollo Masiello’: la fitta rete di contatti utilizzata dal calciatore per pilotare i risultati delle partite del Bari della stagione 2010/2011 favorendo cosi’ il suo clan di amici-scommettitori. ”Il Bari è stato truffato”, ha dichiarato il ds Guido Angelozzi, lasciando la Procura al termine della sua audizione in cui era chiamato a spiegare il comportamento della società nei confronti delle minacce subite dai calciatori alla vigilia di Cesena-Bari affinchè la squadra perdesse il match sui cui gli ultrà avrebbero scommesso.

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