ROMA – Lo scandalo calcio scommesse assume degli sviluppi imprevedibili: i giocatori coinvolti e il clan malavitoso degli “Zingari”, che combinavano le partite, evitavano sms e cellulari e parlavano attraverso i computer; in particolare utilizzando Skype.
Calciatori e “Zingari” ignoravano il fatto che i pubblici ministeri intercettavano pure i computer, e li pedinavano coi gps nascosti nelle auto; proprio i gps hanno rivelato le visite degli scommettitori a Formello (Roma), centro sportivo dove si allena la Lazio di Stefano Mauri: accusato di aver manipolato lo “splendido” Lazio-Genoa 4-2.
Ma non è finita qui; è lo stesso Zamperini a insospettire gli investigatori per il comportamento losco che tiene in occasione di alcuni contatti con uomini stranieri non ancora identificati. Possiamo portare l’esempio del 21 novembre scorso, quando ha ricevuto una telefonata da una utenza macedone nel corso della quale si parlava in inglese: “Amico mio, ti ho scritto”.
Lo “Zingaro”: “Ok il mio telefono si è spento, niente batteria”; e Zamperini: “Ok, non importa, ora io vado ad allenamento. Tu dopo leggi e stasera ne parliamo in Skype”.
Senza sapere che da anni qualsiasi procura intercetta più questo sistema di messaggistica che le telefonate normali.