In casa bianconera può esserci davvero il ribaltone che cambia totalmente le cose: Thiago Motta non è mai stato così vicino all’esonero
“Pensavo fosse amore invece era un…”. Massimo Troisi parlava di un calesse nel celebre film del 1991, i tifosi della Juventus possono però completare la frase come meglio credono. Il colpo di fulmine con Thiago Motta aveva illuso un po’ tutti: reduci dai tre anni di Allegri, non certo apprezzato sul finire della sua esperienza bianconera, i sostenitori juventini hanno ritenuto che l’ex Bologna potesse rappresentare il liberatore.
Liberatore dal non gioco, liberatore soprattutto dalle non vittorie. Questo doveva essere Thiago Motta, questo non è stato, almeno finora. Quinto posto in campionato, ventesimo in Champions, una serie interminabile di pareggi, lunga almeno quanto quella degli infortuni. Così quando la metà stagione è ormai passata da un po’, a Torino ci si interrogano: non era amore con Thiago Motta, ma allora cosa era? Difficile trovare una risposta perché risposte il tecnico non le ha sul momento che sta vivendo la squadra.
La Juventus si è persa, forse non si è mai trovata in questa stagione, ed allora ci si chiede se la scelta in panchina sia stata quella giusta. La risposta dei tifosi inizia ad essere negativa: in tanti vogliono l’esonero di Thiago Motta, un ribaltone immediato per salvare una stagione che deve per forza di cose dare la qualificazione in Champions alla Juve e un cammino più lungo possibile in Europa.
Juventus, esonero Thiago Motta: cosa succede
Tudor è l’uomo indicato dal popolo della Juventus per guidare la squadra fino al termine della stagione anche se, al netto di cambi improvvisi di strategia, tutto lascia pensare che Motta resterà in sella almeno fino al termine della stagione.
Per far cambiare questa linea dovrebbe esserci un vero cataclisma, con il quarto/quinto posto a rischio, altrimenti si andrà avanti con l’attuale tecnico. Poi a fine campionato arriverà il momento dei bilanci e per Thiago Motta potrebbe arrivare anche l’esonero. Una soluzione possibile se da qui a maggio le cose non dovessero cambiare dal punto di vista dei risultati, ma anche del gioco. Il tecnico dovrà dimostrare di avere chiare le idee e in pugno la squadra per meritarsi la conferma.
Dovrà farlo evitando qualche decisioni poco comprensibile, il continuo cambiare di ruolo ai calciatori. Dovrà dare certezze ad una squadra che ha smarrito la strada, dovrà anche far scoccare nuovamente la scintilla perché nessuno possa poi dire “pensavo fosse amore, invece era…”