Potrebbe essere riscritta la classifica del massimo campionato italiano: la sanzione potrebbe portare ad un meno tre
Tre punti in meno in classifica. Potrebbe essere un vero e proprio terremoto la vicenda legata all’elezione a presidente della Lega di Serie A di Ezio Simonelli.
Un’elezione arrivata un po’ a sorpresa lo scorso 20 dicembre con il voto favorevole di 14 presidenti su 20. Tra chi si è schierato contro c’era il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis e quelli di Lazio e Torino, Claudio Lotito e Urbano Cairo. I tre hanno fatto fronte comune e spingevano per la rielezione di Lorenzo Casini, numero 1 uscente della Confidustria del calcio.
Il presidente del Napoli, in particolare, non avrebbe accolto di buon grado la decisione dell’assemblea, tanto da presentare ricorso al Tribunale di Milano, quindi mettendo la vicenda in mano alla giustizia ordinaria e bypassando quella sportiva. De Laurentiis, insieme al consigliere indipendente della Lega Gaetano Blandini, avrebbe firmato il ricorso con la richiesta urgente di sospensiva, respinta tra l’altro dai giudici milanesi.
Il problema è rappresentato dal fatto che un tesserato della Figc non può rivolgersi alla giustizia ordinaria, senza prima chiedere l’autorizzazione in Federazione. De Laurentiis, quindi, avrebbe violato la clausola compromissoria e potrebbe essere duramente sanzionato dalla Procura Federale: un anno di inibizione e fino a tre punti di penalizzazione per il Napoli la possibile stangata.
Napoli a rischio penalizzazione: cosa può succedere
La decisione sarebbe del procuratore federale Chiné che potrebbe valutare l’intera vicenda e scegliere poi se procedere con il deferimento oppure no, anche se il caso è già stato chiuso dallo stesso Simonelli che ha escluso qualsiasi ripercussione.
A far evitare guai al presidente del Napoli è stata la decisione di ritirare la propria firma dal ricorso, un passo indietro che sarebbe stato decisivo nell’evitare l’attivazione della giustizia sportiva, come chiarito dallo stesso presidente della Lega Serie A. All’interno dello stesso ricorso presentato da De Laurentiis, si sottolineava come Simonelli non fosse un tesserato federale e quindi, secondo il ragionamento del patron del Napoli, nei suoi confronti la clausola compromissoria non si attiverebbe.
In realtà, il regolamento della giustizia sportiva afferma che l’applicazione riguarda chiunque svolga attività legate all’ordinamento federale e Simonelli è già diventato operativo, firmando anche alcuni documenti e partecipando alla Supercoppa in Arabia. Fortunatamente però per il Napoli tutto si è chiuso nel miglior modo possibile con lo stop al caso annunciato dallo stesso nuovo presidente della Lega.