Calciomercato Juventus: Diego per Ozil

Mesut Ozil

Da un fantasista all’altro, dal Brasile alla Germania (almeno stando al passaporto), sempre passando per la vetrina del Werder Brema, e, sempre, sacrificando sull’altare della rifondazione la stessa vittima: Diego. Sembra davvero essere il trequartista di Ribeirao Preto la chiave per il grande colpo dell’estate della Juventus, il giocatore infatti potrebbe rientrare alla… base, cioè il sodalizio tedesco che lo ha consacrato sulla scena internazionale prima della mezza delusione a Torino, in cambio dell’ultimo grido Mesut Osil.

Lo spunto lo fornisce a “Tuttosport” il direttore generale del sodalizio della Bundesliga Klaus Allofs: “Riprendere Diego? Mai dire mai. Da noi il brasiliano ha fatto un lavoro fantastico, poi ha scelto di partire. Ora gioca in Italia e non penso voglia rientrare, ma nel nostro mondo tutto cambia in fretta. Ozil è richiesto da molti club, però non abbiamo trattative in corso”.

La valutazione del cartellino del centrocampista di Gelsenkirchen (ma di chiare origini turche e dalla doppia cittadinanza) è sicuramente cresciuta nel corso del Mondiale, soprattutto dopo la splendida rete segnata contro il Ghana, ma il suo contratto con i biancoverdi scade il 30 giugno del 2011 e il giocatore, che sognava il Barcellona per trovarsi al fianco di gente del calibro di Leo Messi, non ha alcuna intenzione di prolungarlo, visto che le ambizioni della squadra attuale gli stanno decisamente strette.

Per quanto riguarda il suo probabile… predecessore all’ombra della Mole, un ritorno in Germania (anche per un interessamento del Bayern) era parso da subito la soluzione ideale per un possibile rilancio nel torneo dove è maturato ed è definitivamente esploso dopo le ottime premesse nel Santos, sua culla, e le molto meno positive esperienze al Porto (nonostante i trofei vinti, fra cui un’Intercontinentale).

Al Werder, Diego Ribas da Cunha ha messo insieme 38 gol e moltissimi assist in 84 presenze, alzando al cielo anche due coppe nazionali (e sfiorando una Uefa) e facendo incetta di premi individuali. A Torino ha vissuto più di ombre che di luci, logico allora che fossero proprio i sodalizi tedeschi a scommettere ancora sul paulista (ma di origini italiane, ha anche lui il doppio passaporto).

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