La gestione dell’affare Kakà, oltre a far infuriare il popolo rossonero, rappresenta un colpo per l’immagine del Milan. Troppe bugie, fretta cattiva consigliera e un po’ di miopia dall’entourage berlusconiano per una cessione già concordata un mese fa, dopo un blitz segreto del nuovo Re Mida del calcio internazionale, il presidente del Real Madrid Florentino Perez.
Le bugie: l’ultima è quella della telefonata di Berlusconi al campione brasiliano prevista per lunedì e che non c’è mai stata, visto che tutto era già combinato. É stato un estremo tentativo per arginare il sicuro voltafaccia elettorale dei tifosi delusi: ambienti contigui al Pdl quantificano la cessione in 2,5 punti percentuali di voti in meno.
In generale affiorano molti dubbi sulle scelte del club rossonero: fare cassa con Kakà ha già causato, in termini di popolarità e immagine, costi superiori al risparmio e non nasconde gli errori del recente passato, come il ritorno di Shevchenko e l’impuntatura su Ronaldinho che, in termini di rosso di bilancio, hanno inciso per almeno la metà.