Calciomercato, Lazio infuriata con la Juve per Keita Balde Calciomercato, Lazio infuriata con la Juve per Keita Balde

Calciomercato, Lazio infuriata con la Juve per Keita Balde

Calciomercato, Lazio infuriata con la Juve per Keita Balde
Calciomercato, Lazio infuriata con la Juve per Keita Balde. ANSA/ANGELO CARCONI
ROMA  – Un intrigo di mercato che coinvolge tre città: Roma, Torino e Milano. La Lazio vorrebbe cedere Keita Balde al Milan ma il calciatore senegalese ha un accordo con la Juventus. Chi la spunterà in questo triangolo? Ne parla Il Messaggero con Alberto Abbate.
Sotto la Mole c’è chi giura d’averlo intravisto con l’agente Calenda a visitare lo Stadium qualche settimana fa al calar del sole: Keita è pazzo della Juve e pronto a rifiutare anche il Milan per aspettare la Vecchia Signora. Persino Montella lo avrebbe chiamato per convincerlo del progetto rossonero, nulla.

Così a Formello temono che possa anche aver firmato un pre-contratto “malandrino” coi bianconeri, altrimenti non starebbe senza pensieri. Di qui l’ultimatum biancoceleste per avere una risposta definitiva da Balde sul Milan entro 48 ore. Lotito cerca inoltre le “prove” per mettere lui e la Juve con le spalle al muro, di fronte al pericolo di una pesante squalifica: «I furbi si fanno male con me. Non solo il club rossonero, ho rifiutato 4 offerte da chi ci ha chiamato correttamente, come per esempio il Napoli e un club inglese», assicura a gente a lui vicina, il presidente.

Che gli aveva offerto in prima persona il rinnovo «a cifre top, che prendono solo due giocatori alla Lazio».
Invece Keita promette appena di non liberarsi nel 2018 a parametro zero per riconoscenza, ma contempla comunque solo la partenza. Destinazione Torino: «Ma non al prezzo che vuole lui. Porti 30 milioni, la Juve a quelle cifre dice di non voler trattare».

E lo fa indirettamente, quindi. Senza mai presentare nemmeno la sbandierata offerta da 12 milioni più Sturaro né intavolare l’operazione o alzare il telefono. Come se non ci fosse solo una “misera” stretta di mano.

O la parola del manager Calenda, che ha investito tanto (anche a livello economico, due volte, col rinnovo a febbraio) sulla procura del senegalese e non può permettersi di non rientrarci con le commissioni.

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