MILANO – La panchina del Milan protagonista dei festeggiamenti per gli 80 anni di Dan Peterson, celebrati nella sede di Gazzetta dello Sport in via Solferino. Quella rifiutata nel 1986 per lealtà ai colori dell’Olimpia, dopo la “serissima” proposta di Silvio Berlusconi che lo vedeva come il motivatore ideale su cui fondare il nuovo progetto, e quella odierna, scricchiolante, di Mihajlovic.
Il Milan infatti è nel cuore di Peterson, legato da stima e affetto con Adriano Galliani che ne ascolta ancora oggi i consigli che il coach gli recapita sulla scrivania dopo ogni partita: “Mi manda analisi accuratissime su ciò che ha visto in campo e io mi abbevero della sua saggezza – rivela l’ad rossonero -. Su Mihajlovic oggi mi dice di tenere duro. I suoi consigli sono preziosi e, se possibile, vanno rispettati”.
Tenere duro. Un mantra classico per Peterson. Lo chiedeva ai suoi giocatori all’Olimpia (il famoso “sputare sangue” che rese grande e vincente Milano), lo predica oggi dall’alto della sua infinita esperienza: “Sinisa merita di essere confermato al Milan – la certezza del coach -, devono tenere duro. Mihajlovic si è guadagnato i titoli sul campo, se il Milan non avesse buttato via tanti punti con le piccole sarebbe nelle prime posizioni in classifica”.
Tanti gli amici che hanno voluto omaggiare l’eredità di una delle personalità più trascinanti della nostra pallacanestro e non solo. Ma Dan, scricciolo tra i giganti, non si è lasciato travolgere dalle emozioni, ha riso e scherzato con la sua ineffabile ironia, ha parlato dei suoi amati pellerossa e ascoltato gli aneddoti di chi lo ha accompagnato nella leggenda, da Dino Meneghin a Vittorio Gallinari passando per Franco Casilini. “Ma lo avete visto guidare? – ha raccontato il suo storico vice -. Se è arrivato a 80 anni è solo perché non usa mai la macchina”.
“Nella primavera del ’87 l’Olimpia vince Coppa dei Campioni, scudetto e Coppa Italia con Peterson in panca. Silvio Berlusconi mi propose seriamente di dare la panchina a Dan Peterson. Motivazione? L’allenatore deve essere un motivatore e stimolare il gruppo”. E’ l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani a svelare questo retroscena sul palco della Sala Buzzati a Milano dirante la celebrazione per gli 80 anni di Dan Peterson. “Lui era perfetto, non per nulla è il coach per eccellenza. Serissimamente gli proponemmo la panchina del Milan – ha svelato il dirigente rossonero – Lui con la sua onestà non se la sentì, però peccato. Sono sicuro che sarebbe potuto essere il primo allenatore a vincere sia nel basket, sia nel calcio”.
La storia dice che il Milan alla fine in quell’anno decise di puntare su Arrigo Sacchi. “E’ molto simile e paragonabile a Dan Peterson. E’ un rimpianto che non sia stato allenatore del Milan. Lui il lunedì mattina mi manda delle disamine tecnico-tattiche-psicologiche incredibili – ha ammesso Galliani – Lo fa per amicizia e sono fantastiche. Per molti versi Sacchi ha delle caratteristiche molto simili al coach. Dopo ogni partita o evento, mi manda sempre analisi e mi abbevero della sua sapienza. Ci dice di tenere duro su Mihajlovic”, ha concluso l’ad rossonero.