Calciopoli, Abete: "Figc danneggiata, Juventus no"

ROMA – Acque ancora mosse sulla vicenda calciopoli all'indomani della richiesta di risarcimento danni presentata dalla Juventus al Tar del Lazio contro la Federcalcio.

E' il presidente della Figc, Giancarlo Abete, a tornare sulla questione con un'intervista a Sky dove sottolinea che ad essere danneggiata da quanto avvenuto e' stata soprattutto la Federazione.

Nell'intervista, Abete ammette di essere rimasto stupito dalla tempistica dell'azione della Juventus, non nel merito, in quanto la societa' bianconera ''aveva preannunciato una richiesta risarcitoria. ''La Federazione – spiega – è molto serena perché, naturalmente, ritiene di aver svolto i suoi compiti con attenzione e, peraltro, la Federazione post Calciopoli è la prima a essere stata danneggiata da quello che è avvenuto e, come hanno testimoniato le sentenze sportive, fermo restando che siamo al primo grado per quanto riguarda le sentenze penali, ha altri livelli di responsabilità, non certo quelli della Federazione La Juventus avrebbe quantificato i danni subiti in oltre 400 milioni sostenendo che la Figc abbia usato per Juventus e Inter due pesi e due misure, prima assegnando all'Inter lo scudetto 2005/2006, la stagione in cui scoppio' Calciopoli e la squadra bianconera fu retrocessa in serie B, e poi non revocando quella decisione. In proposito, Abete ricorda che in caso di condanna per illecito sportivo e' inevitabile che una societa' perda dei soldi:

''Lo abbiamo detto prima delle pronunce di Napoli, qualunque fosse stato il loro esito, che esistono due ordinamenti e che quello penale non incide su quello sportivo. Quest'ultimo attiene a riferimenti normativi che all'epoca sono stati oggetto di una valutazione da parte di tutti gli organi di giustizia. Anche la Juventus non diede seguito a interventi presso i Tribunali amministrativi, accettando quella che sarebbe stata la decisione degli organi di giustizia del Coni''.

Abete conclude l'intervista sostenendo di avere la coscienza a posto. ''Sono un uomo di regole – afferma – Ho ricordato spesso di aver attaccato il doppio designatore, in quanto era stata una scelta di sette societa' che avevano forzato la mano sia all'Aia che alla Federazione.

Quindi sono sereno, ci puo' essere amarezza, ma con l'amarezza bisogna conviverci, pero' sono sereno dell'operato della Federazione che deve essere super partes e vorra' sempre essere super partes al di la' dei comportamenti che vengono portati avanti dai singoli dirigenti e dai singoli club''.

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