Calciopoli, il figlio di Facchetti: “L’Inter deve restituire lo scudetto del 2006”

Pubblicato il 14 Aprile 2010 - 19:13 OLTRE 6 MESI FA

Giacinto Facchetti

Secondo Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, l’Inter dovrebbe restituire lo scudetto del 2006, che le è stato assegnato d’ufficio dopo lo scandalo Calciopoli. Senza Calciopoli, afferma infatti Facchetti, l’Inter non avrebbe mai vinto quattro scudetti di fila. Rinunciare al titolo del 2005-06 sarebbe quindi «una mossa vincente».

In un’intervista alle Iene, Facchetti Jr risponde anche a chi gli chiede se sarebbe giusto restituire quello scudetto. «Sarebbe un gesto molto eclatante ma che avrebbe il potere di far acquisire ancora più punti alla nostra storia. Anche restituendo lo scudetto ci sarà chi rivorrà indietro i suoi, ma secondo me sarebbe una mossa vincente».

Quanto a Calciopoli il figlio dell’ex presidente interista la definisce «una degna conclusione di una pagina del calcio italiano orribile durata più di dieci anni».

Facchetti junior ammette che c’erano sospetti su Calciopoli e che in famiglia se ne parlava: «Di alcuni episodi che si vedevano, di una serie di strane coincidenze, chiamiamole così. Io all’inizio facevo fatica a credere e poi sono felice di essere stato sbugiardato». Ammette che suo padre parlava con i designatori ma «faceva diversamente (da Moggi ndr) perchè il contenuto delle telefonate era differente».

E torna su quella incriminata, in cui la difesa di Moggi accusa Facchetti di aver indicato il nome di Collina per arbitrare una gara. «Il nome del signor Collina lo pronuncia per la prima volta nella telefonata il dottor Bergamo e non Giacinto Facchetti – ribadisce dopo aver riascoltato l’intercettazione – La telefonata è completamente diversa dalla trascrizione che è stata usata in aula ieri».

Per Facchetti jr. non vale la teoria dei legali di Moggi per cui “tutti colpevoli nessun colpevole”: «La sostanza è assolutamente differente. Chiedere il miglior arbitro per giocare una partita mi sembra la richiesta di giocare una partita in condizioni di legalità nel campionato più taroccato nella storia del campionato italiano».