Calciopoli: è guerra tra la Juventus, l’Inter e la Figc

Pubblicato il 16 Novembre 2011 - 09:52 OLTRE 6 MESI FA

Andrea Agnelli (LaPresse)

TORINO – Per Juventus e Inter la Federcalcio ha usato due pesi e due misure. E’ la tesi della società bianconera che ricorre al Tar del Lazio contro la Figc per chiedere un risarcimento ”degli ingenti danni”, ”stimati in diverse centinaia di milioni di euro” che avrebbe subito per i provvedimenti presi nel 2006 e nel 2011: prima l’assegnazione all’Inter dello scudetto 2005/2006, la stagione in cui scoppiò Calciopoli e la Juventus fu retrocessa in serie B, e poi la mancata revoca di quella decisione.

Il presidente bianconero Andrea Agnelli spiega: ”E’ la prima delle sette azioni che avevamo annunciato in agosto. Vogliamo che si faccia chiarezza sugli atti della Figc: o si è sbagliato prima, o si è sbagliato adesso”.

L’iniziativa della Juventus, ”contro la Figc e nei confronti dell’Inter” diventa di dominio pubblico proprio mentre a Milano Michel Platini, grande vecchia gloria bianconera, riceve il premio dedicato a Giacinto Facchetti, il compianto dirigente nerazzurro che anche sul campo è stata una delle bandiere della societa’ guidata da Moratti.

Il presidente della Figc Giancarlo Abete, stigmatizza: ”E’ un diritto della Juventus portare avanti la battaglia, ma – commenta – sarebbe stato opportuno che cio’ avvenisse in un’altra giornata”. Sulla coincidenza delle date, Moratti e’ un maestro di fair play: ”Non credo che il cattivo gusto arrivi fino a questo punto”.

Sta di fatto che la Juventus, a pochi giorni dalla sentenza di Napoli che la società ha interpretato come il riconoscimento dell’estraneità della società rispetto ai comportamenti del suo ex direttore generale Luciano Moggi, riparte all’attacco sullo scudetto di cinque anni fa, revocato dopo il successo dei bianconeri sul campo.

Le decisioni legate a quel titolo conteso – è la tesi della Juventus – evidenzierebbero disparità di trattamento e ”un danno ingiusto subito dall’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa (assegnando all’Inter il titolo del 2006 mentre la Juve veniva condannata alla B, ndr) e dal mancato esercizio di quella obbligatoria (rigettando il ricorso bianconero il 18 luglio di quest’anno, ndr)”.

Con il ricorso ai giudici amministrativi, la Juventus ”intende far accertare la mancanza di parità di trattamento e le illecite condotte che l’hanno generata, ottenendo il risarcimento agli ingenti danni che – sostiene sempre il club torinese – la Juventus ha prudenzialmente stimato in diverse centinaia milioni di euro per minori introiti, svalutazione del marchio, perdita di chances e opportunità, costi e spese”.

L’iniziativa della Juventus rientra ”nella più ampia strategia di tutela in ogni sede” e fa seguito al pronunciamento del Tnas (Tribunale nazionale di Arbitrato dello sport) che si e’ dichiarato incompetente ad affrontare la questione del presunto danno mentre si riserva di decidere sulla non assegnazione del titolo, come chiede la societa’ torinese.

”I nostri legali – commenta Moratti – capiranno di piu’ questo desiderio della Juve di attaccare”. Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, non ribatte: ”Non mi fa ne’ caldo ne’ freddo, ognuno si comporta come crede”.    I tifosi bianconeri non sembrano scaldarsi piu’ di tanto: in un sondaggio raccolto dal blog Juworld.net oltre il 70% ritiene che il ricorso verra’ respinto.

Acque ancora mosse sulla vicenda calciopoli all’indomani della richiesta di risarcimento danni presentata dalla Juventus al Tar del Lazio contro la Federcalcio. E’ il presidente della Figc, Giancarlo Abete, a tornare sulla questione con un’intervista a Sky dove sottolinea che ad essere danneggiata da quanto avvenuto è stata soprattutto la Federazione. Nell’intervista, Abete ammette di essere rimasto stupito dalla tempistica dell’azione della Juventus, non nel merito, in quanto la societa’ bianconera ”aveva preannunciato una richiesta risarcitoria.

”La Federazione – spiega – è molto serena perchè, naturalmente, ritiene di aver svolto i suoi compiti con attenzione e, peraltro, la Federazione post Calciopoli è la prima a essere stata danneggiata da quello che è avvenuto e, come hanno testimoniato le sentenze sportive, fermo restando che siamo al primo grado per quanto riguarda le sentenze penali, ha altri livelli di responsabilità, non certo quelli della Federazione La Juventus avrebbe quantificato i danni subiti in oltre 400 milioni sostenendo che la Figc abbia usato per Juventus e Inter due pesi e due misure, prima assegnando all’Inter lo scudetto 2005/2006, la stagione in cui scoppio’ Calciopoli e la squadra bianconera fu retrocessa in serie B, e poi non revocando quella decisione. In proposito, Abete ricorda che in caso di condanna per illecito sportivo è inevitabile che una societa’ perda dei soldi: ”Lo abbiamo detto prima delle pronunce di Napoli, qualunque fosse stato il loro esito, che esistono due ordinamenti e che quello penale non incide su quello sportivo. Quest’ultimo attiene a riferimenti normativi che all’epoca sono stati oggetto di una valutazione da parte di tutti gli organi di giustizia. Anche la Juventus non diede seguito a interventi presso i Tribunali amministrativi, accettando quella che sarebbe stata la decisione degli organi di giustizia del Coni”. Abete conclude l’intervista sostenendo di avere la coscienza a posto.

”Sono un uomo di regole – afferma – Ho ricordato spesso di aver attaccato il doppio designatore, in quanto era stata una scelta di sette societa’ che avevano forzato la mano sia all’Aia che alla Federazione. Quindi sono sereno, ci puo’ essere amarezza, ma con l’amarezza bisogna conviverci, pero’ sono sereno dell’operato della Federazione che deve essere super partes e vorra’ sempre essere super partes al di la’ dei comportamenti che vengono portati avanti dai singoli dirigenti e dai singoli club”.