Calciopoli, Moggi: "Fiducia estrema nella magistratura"

ROMA, 1 GIU – Luciano Moggi, l'ex direttore
generale della Juventus coinvolto in Calciopoli, ha detto di
avere ''fiducia estrema nella magistratura ordinaria'' e che dal
processo in corso davanti al tribunale di Napoli, nel quale ieri
i pm hanno chiesto per lui 5 anni e 8 mesi di reclusione,
''sostanzialmente non e' emerso niente''.
Intervistato in serata da Sky Tg 24, Moggi ha affermato che
le tesi accusatorie sono inconsistenti e che a Napoli ''la fase
dibattimentale ha dimostrato il contrario di quanto sostenuto
dall'accusa''. ''Sostanzialmente non e' emerso niente, perche' i
testi dell'accusa hanno dimostrato che erano solo chiacchiere'',
ha aggiunto l'ex dg bianconero, rilevando altresi la
sproporzione tra l'enorme mole di intercettazioni telefoniche
effettuate (170 mila) e le poche decine di cui si e' tenuto
conto.
Al termine di una requisitoria che ha occupato quattro
udienze, i pm Stefano Capuano e Giuseppe Narducci hanno
formulato la richiesta di condanna per Moggi – indicato come
capo e promotore di una associazione per delinquere che avrebbe
condizionato per anni gli esiti dei campionati – e per altri 21
imputati.
Nell'intervista a Sky Tg 24, Moggi ha anche parlato della
situazione attuale della Juve e del suo nuovo tecnico, Antonio
Conte, che ha elogiato. ''Non c'e' dubbio che Antonio e' un
allenatore capace e smaliziato: ha fatto esperienza, ha vinto
due campionati, con il Bari e con il Siena, e' di carattere e
vincente'', ha detto, definendo azzeccata la scelta fatta dal
club bianconero. ''L'importante e' non tenerlo da solo, perche'
gli allenatori vanno supportati, con Ferrara questo non e'
avvenuto'', ha rilevato.
Secondo Moggi, la Juventus si potra' riprendere e puntare a
traguardi alti, anche se occorrera' del tempo e per ora il
calcio e' ''tutto milanese''. ''La Juve deve costruire il
telaio'' – ha spiegato – mentre Inter a Milan gia' ce l'hanno. A
suo avviso, insomma, quella di cui e' stato direttore generale,
per qualche tempo sara' ancora ''una squadra non vincente''.

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