Calciopoli, Bergamo: “Il teorema del 2006 non è più credibile”

Paolo Bergamo

”Con assoluta certezza posso dire che il teorema che ha portato a Calciopoli – a maggior ragione oggi, con le nuove intercettazioni emerse al processo di Napoli – non è più credibile”.

Dopo cinque ore di interrogatorio negli uffici della procura federale della Figc, Paolo Bergamo ribadisce le sue convinzioni sullo scandalo che quattro anni fa mise a soqquadro il mondo del calcio italiano. L’allora designatore degli arbitri – dopo il lungo faccia a faccia col procuratore Stefano Palazzi, legato soprattutto al nuovo versante associato ai rapporti che anche l’Inter intratteneva con i vertici della classe arbitrale – parla di ”tristezza enorme” quando si trova a dover commentare una convocazione legata a ”dichiarazioni già rese quattro anni fa”.

”Tornare a ripetere le stesse cose, e cioè che parlavo con tutti (dirigenti e club di Serie A, ndr), è per me una delusione – ammette Bergamo – L’ho sempre detto, e non è una novità per me ammettere che parlavo anche con l’Inter, e quindi con Facchetti e Moratti”.

”Nel 2006 non sono stato creduto ma oggi, con Palazzi – spiega l’ex designatore -, abbiamo parlato proprio di quei particolari legati alle mie dichiarazioni di allora e confermate adesso dalle telefonate che sono emerse al processo di Napoli e pervenute alla procura federale. Le abbiamo commentate una per una, tenendo conto però che è ancora in corso un procedimento penale che deve essere esaurito”.

Processo legato a ”un avvenimento che ha segnato la vita di molti e che se fosse stato approfondito da subito avrebbe avuto sicuramente risultati diversi. Con assoluta certezza, infatti, posso dire che il teorema che ha portato a Calciopoli non è più credibile”.

Teorema che ha portato anche all’assegnazione a tavolino, da parte della Figc del commissario Guido Rossi, di uno scudetto all’Inter, che ora la Juventus vuole veder revocato: ”Non voglio addentrarmi in valutazioni che non mi spettano – sottolinea Bergamo -. Devo però salvaguardare l’onorabilità di un gruppo (di arbitri, ndr) che si è comportato bene, lavorando ottimamente, e che quindi meritava altre considerazioni. Deve essere ristabilità la verità: Calciopoli non fu lo scandalo degli scandali che si ancora oggi si crede”.

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