Calciopoli, sorteggi taroccati? Per i pm la prova è in un video

NAPOLI – Il processo di primo grado si è chiuso a novembre con la condanna, oltre che di Luciano Moggi, anche degli allora  designatori Paolo Bergamo e Pier Luigi Pairetto rispettivamente a 3 anni e 8 mesi e un anno e 4 mesi. Eppure ai pm di Napoli, nel processo Calciopoli, c’è qualcosa che non è andato giù, qualcosa che a loro giudizio non è stato tenuto in considerazione.

I pm si riferiscono ai sorteggi arbitrali (in quella stagione non c’era la designazione) che a loro giudizio sarevbbe stata pilotata per favorire l’assegnazione degli arbitri graditi proprio al principale imputato (e condannato) Luciano Moggi. Ma come “taroccare” un sorteggio che avveniva settimanalmente davanti a un gruppo di giornalisti e a un notaio.

La risposta, secondo i pm, sta in un video diffuso dall’edizione online del Corriere della Sera oltre che in materiali sequestrati e allegati agli atti durante l’inchiesta. Nel video si vedono i due designatori estrarre le palline con i nomi degli arbitri dai bussolotti. Tutto sembra normale ma in effetti qualcosa che non torna c’è. Innanzitutto le palline sequestrate dai pm e definite di colore diverso tra loro, con ammaccature diverse e segni tesi a renderle riconoscibili. Sulla riconoscibilità si gioca la tesi dei pm: i designatori, infatti, nell’estrarre le palline dall’urna trasparente spesso indugiano, le guardano, come se ne cercassero una specifica.

Nel corso del processo il collegio giudicante fu particolarmente severo con questa parte delle accuse dei pm che ora ribattono: “Non hanno visto il video, né le palline”. Il processo calciopoli, quindi, sembra destinato a regalare ancora sorprese.

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