Calciopoli, ammesse le intercettazioni chieste da Moggi. Piccola vittoria, ma di sensazionale non c’è nulla

Processo calciopoli

Si è conclusa l’attesissima udienza a Napoli del processo di Calciopoli. Prossimo appuntamento il 20 aprile.

Udienza dai toni accesi che per ora si conclude con l’accettazione da parte del tribunale di altre intercettazioni riferibili all’Inter e altri soggetti esclusi dalla precedente inchiesta e fortemente volute dalla difesa di Moggi. L’obiettivo è chiaro: tutti telefonavano, gli illeciti non erano appannaggio di una sola parte – vedi la Juventus –  condanne e retrocessioni sono state a senso unico. Tuttavia le clamorose rivelazioni annunciate finora si sono rivelate poco significative, quando non già note ed archiviate. Una piccola vittoria dunque per Moggi e la sua difesa che aveva puntato tutto sull’ammissibilità delle intercettazioni in cui si sentono fra gli altri conversazioni dell’ex dirigente – nel frattempo deceduto –  Giacinto Facchetti.

Uno stralcio del dibattito tra le parti.  Il pm incalza: “Con le sim svizzere Moggi ha 104 chiamate in entrata e 74 in uscita con Bergamo; 72 in entrata e 128 in uscita con Pairetto”.

Trofino, legale di Moggi, legge in aula la trascrizione di una telefonata tra Bergamo con Facchetti e sostiene: “Dettava la griglia”. In realtà nella chiamata l’allora presidente dell’Inter dice solo: “Metti dentro Collina”.

Chiesta la trascrizione di altre 75 telefonate che coinvolgono vari dirigenti.

Ripercorriamo ora i momenti salienti dell’udienza:

ORE 10 – Una dozzina di sostenitori dello Juve fans club di Cercola (Napoli), si è radunata dinanzi alla sede del Tribunale di Napoli. Sotto una pioggia battente, i tifosi bianconeri hanno esposto uno striscione con la scritta “Senti chi parla” e indossano sciarpe e felpe della Juve oltre a magliette ironiche nei confronti dell’Inter. L’ingresso nel Palazzo di Giustizia è stato loro negato.

ORE 10.21 – L’avvocato Prioreschi, difensore di Luciano Moggi, ha chiesto la trascrizione di 75 telefonate che, ha detto, sono state “sottratte all’indagine”.

ORE 10.31 – Accolto dall’incoraggiamento di alcuni tifosi bianconeri, ha fatto il suo ingresso nel Palazzo di Giustizia di Napoli l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, principale imputato nel processo Calciopoli. Moggi non si è fermato con i cronisti: “ho un po’ di raucedine e non posso sforzare la gola”. Altri imputati presenti gli ex designatori Bergamo e Pairetto, e gli ex arbitri Bertini e De Santis.

Ore 10.57 – La difesa dell’ex dg della Juve, Luciano Moggi, ha chiesto alla nona sezione del Tribunale, davanti alla quale è ripreso il processo di Calciopoli, che disponga la trascrizione di 75 telefonate che erano inedite e che sono state esaminate dai proprio consulenti. Le telefonate si riferiscono a conversazioni con indagati, tra i quali gli ex designatori Bergamo e Pairetto da parte di diversi dirigenti di società di calcio.

ORE 12 – Fitto botta e risposta, con momenti anche di nervosismo, nel controesame del tenente colonnello dei Carabinieri, Attilio Auricchio, l’investigatore principale nell’inchiesta e uno dei legali dell’ex dg della Juventus, Paolo Trofino. In particolare esaminata una riunione a casa di Paolo Bergamo, uno dei designatori arbitrali, dopo una partita di anticipo del Milan a fine campionato, quando la Juve a 82 punti, era già automaticamente vincitrice del titolo, con il Milan a 78 punti.

ORE 13.59 – Capuano concentra l’accusa e chiede ad Auricchio: “Quanti contatti ci sono stati tra Moggi e i designatori su sim svizzere?”. La risposta: “104 in entrata e 74 in uscita con Bergamo; 72 in entrata e 128 uscita con Pairetto”.

ORE 14.42 – Tra le telefonate trascritte dalla difesa di Moggi che ne ha chiesto l’acquisizione al tribunale di Napoli vi è anche una telefonata di condoglianze all’ex presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti, per la morte della sorella, nonché una telefonata che Bergamo fa a un dirigente del Bologna per ottenere un numero di telefono dell’allenatore Mazzone richiestogli da un giornalista. È quanto ha sottolineato il pubblico ministero Giuseppe Narducci in chiusura della udienza del processo di Calciopoli. Il pm ha ribadito che la procura non si oppone all’acquisizione: “in modo che possono essere, vivaddio, trascritte fedelmente e potremo così ragionare su dati veritieri”. La prossima udienza è in programma il 20 aprile.

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