Calcioscommesse: Bari-Lecce “fu truccata”, tifosi rimborsati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Ottobre 2015 - 18:41 OLTRE 6 MESI FA
Calcioscommesse: Bari-Lecce "fu truccata", tifosi rimborsati

L’autogol di Andrea Masiello in Bari-Lecce

BARI – Il tifo calcistico è un atto d’amore, quindi i tifosi vanno equiparati agli amanti: con questa motivazione i tifosi del Bari e del Lecce che erano allo stadio per il derby del 15 maggio 2011 possono essere rimborsati. Quel giorno andò in scena una delle partite più emblematiche del calcio scommesse che travolse quel Bari. Anzi, forse “la” partita, visto che l’autogol di Andrea Masiello è l’immagine più ricordata (dai tifosi) e anche più riprodotta (su giornali e siti) quando si parla di quello scandalo. Ora il tribunale di Bari ha dato ragione ai tifosi che si erano rivolti ai giudici per chiedere un indennizzo per la propria passione tradita. La partita finì 2-0 per il Lecce e sancì in pratica la matematica salvezza dei salentini.

Spiega Claudio Del Frate sul Corriere della Sera: Il giudice monocratico Valeria Spagnoletti ha stabilito che i tifosi baresi hanno diritto a vedersi ripagati per l’inganno subito, quantificando anche la cifra della «passione sportiva rovinata», 400 euro a testa, pari a dieci volte il costo medio del biglietti d’ingresso allo stadio di quella maledetta domenica. A breve partirà la causa civile per ottenere il risarcimento da chi fu condannato per quella,partita truccata, in particolare Andrea Masiello, ex difensore del Bari oggi in forza all’Atalanta e uomo – simbolo di quel match farsa.

I tifosi – è scritto nella sentenza – sono portatori «di una situazione giuridica soggettiva di natura non patrimoniale efficacemente indicata nella locuzione “danno da passione sportiva rovinata”» vale a dire «la sofferenza provocata dall’apprendere della combine di una partita sentita come il derby pugliese». «I tifosi – ecco un altro passaggio – hanno documentato che il loro interesse alla lealtà e alla correttezza della competizione sportiva Bari – Lecce è fondato sul diritto ad assistere a una gara regolare oltre che alla propria fidelizzazione alla squadra del cuore. L’alterazione della gara ha provocato un significativo pregiudizio , consistente oltre che nel patimento , nel l’avere in qualche modo smarrito i propri valori sportivi e mutato in senso peggiorativo le proprie abitudini di vita».