Magnifico Lorenzo! Ha dominato una corsa di 130 km con 21 km di fuga solitaria sotto il diluvio e ha riportato in Italia un oro che mancava da 17 anni. Un trionfo frutto di coraggio esagerato, talento cristallino, acume tattico. Sua la maglia iridata che fu di Evenepoel (2018), Van der Pool (2013). L’ultimo italiano ad indossarla è stato Ulissi (2006-2007). I trionfi azzurri sono stati 12. Prima di Ulissi l’impresa era riuscita a Cunego (1999).
Un nome da segnare in agenda: Lorenzo Mark Finn, 18 anni a dicembre, genovese di Avegno (sopra Recco), mamma italiana e papà inglese. Ha centrato una vittoria limpida: ha dominato sotto la pioggia torrenziale seminando tutti gli avversari. È meritatamente sul tetto del mondo. Il ragazzo all’arrivo ha detto: ”Ho capito subito che questa era la giornata più bella mai avuta in bici, sapevo di poter vincere”. Il biondino ligure, studente al liceo scientifico di Genova, ha portato in Italia il primo oro di questa edizione 2024, quarta medaglia dopo quelle a crono. Lorenzo viene da una stagione con 8 vittorie compreso il campionato italiano. È già nei radar di grandi team. Uomo da corse a tappe, va bene in salita e a cronometro.
Il serbatoio azzurro negli juniores tradisce raramente. La vittoria di Finn è la 12esima per il nostro ciclismo. Segue quella centrato in febbraio dal friulano 18enne Stefano Viezzi nel ciclocross e quelli dei nostri pistard il mese scorso in Cina. Bottino frutto del tocco magico di un tecnico come Edo Salvoldi, il più medagliato della storia azzurra: dopo aver seminato alla grande in un ciclismo femminile“ che ancora raccoglie i frutti del suo lavoro” Angelo Costa Dixit, sta dando una impronta a una categoria dove i talenti sbocciano in fretta.
Diego Ulissi ha seguito la prova in linea del mondiale junior e ha ammesso che Finn ha fatto veramente un capolavoro. Ha scritto sulla rosea: “Lorenzo si è dimostrato superiore a tutti e ha vinto con margine. Mi ha ricordato la maniera in cui si era imposto il belga Remco Evenepoel qualche anno fa. È stato un trionfo strameritato. Devo confessare che Finn non lo conoscevo bene, anche se ne avevo sentito parlare da vari addetti ai lavori che lo descrivevano come un ragazzo di grandi potenzialità. La sua è stata certamente una impresa, è andato fortissimo”.
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