ROMA – Dopo la gaffe razzista sugli stranieri “mangia banane,” a capo della Figc andrà comunque Carlo Tavecchio o sarà eletto Demetrio Albertini? Oppure arriverà un commissario? Sono i tre scenari che potrebbero aprirsi dopo che le parole di Tavecchio, presidente della Lega Dilettanti dal 1999 e vice-presidente vicario della Figc dal 2009, hanno fatto il giro del mondo, guadagnandosi la condanna della Fifa e della stessa Unione Europea.
La Federcalcio è senza presidente ormai da più di un mese, precisamente dal 24 giugno, quando, dopo la sconfitta per uno a zero dell’Italia contro l’Uruguay ai Mondiali del Brasile, Giancarlo Abete aveva seguito l’esempio di Cesare Prandelli, scegliendo di dimettersi.
Il Consiglio federale del 30 giugno ha fissato il limite per la presentazione delle candidature al 27 luglio. E le uniche pervenute sono, appunto, quelle di Tavecchio e di Albertini.
Per essere eletto il presidente federale deve ottenere il 50% più uno dei voti espressi da sei componenti: serie A (che vale il 12%), serie B (che vale il 5%), Lega Pro (che vale il 17%), Dilettanti (34%), calciatori (20%), tecnici (10%), arbitri (2%).
Tavecchio ha avuto subito l’appoggio di Lega e Lega Pro, cioè il 51% dei voti. Ma questo prima della sua uscita sui “mangia banane”, venuta fuori proprio durante il discorso di investitura venerdì 25 luglio a Roma. Questa gaffe, se così la si vuole chiamare, gli è costata l’appoggio della Fiorentina, della Sampdoria e Cesena che si vanno ad aggiungere a Roma e Juventus, già contrarie al nome di Tavecchio.
Solo che se entro l’11 agosto non sarà stato eletto un presidente dovrà intervenire il Coni. E a capo della Figc tornerà, come ai tempi dello scandalo Calciopoli, un commissario.
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