ROMA – Caso Potenzoni, dopo appello di Totti annuncio dello speaker all’Olimpico:
«Se vedete Daniele fategli una foto». L’invito nell’intervallo di Roma-Milan: «Si è perso nella nostra città. Riportiamolo a casa». Nuova segnalazione da Cinecittà: «Il 6 gennaio era sotto casa mia, fumava in continuazione». L’indizio del tic alle mani.
Ne parla il Corriere della Sera in un articolo a firma di Fabrizio Peronaci.
«Tifosi giallorossi, aiutateci a ritrovare Daniele Potenzoni…» Ore 21.35 del 9 gennaio 2016, intervallo di Roma-Milan. La cronaca nera – il dramma delle persone scomparse in circostanze misteriose e delle loro famiglie condannate all’incubo dell’attesa – irrompe in una partita di calcio di serie A. Sul maxischermo compare la foto del giovane autistico scomparso sette mesi fa, nel metrò, mentre era diretto con il suo gruppo all’udienza del Papa. Tutti si voltano. Tanti lo riconoscono. Lo speaker esorta: «Daniele, che risiede a Milano, si è perso nella nostra città. Affetto da schizofrenia con tratti di autismo, non è aggressivo… Qualora lo incontraste, vi preghiamo di avvertire le forze dell’ordine e se riuscite scattate una foto! Riportiamo a casa Daniele Potenzoni!». L’annuncio in diretta allo stadio Olimpico è stato accolto con uno scrosciante applauso. Ventiquattr’ore prima, a lanciare un analogo appello era stato Francesco Totti, e già nella stessa giornata la visibilità data alla vicenda dal calciatore-simbolo della Roma aveva prodotto i suoi frutti.
«La persona di cui parla Totti io l’ho vista sotto casa mia, alle 10 di sera, il 6 gennaio…». La nuova segnalazione, subito girata al dirigente Polfer Emanuele Fattori, è arrivata da C.A., 37 anni, residente in viale Palmiro Togliatti, all’angolo con via Contardo Ferrini, nei pressi del centro commerciale Cinecittà2. «Tornavo a casa con la famiglia quando ho notato quest’uomo sui 35-40 anni. Era alto circa un metro e 80, indossava un berretto scuro di lana e aveva una busta bianca. Passeggiava fumando in continuazione e intanto guardava in un appartamento al piano terra, dove c’erano delle luci natalizie. Sulle prime ho pensato fosse un ladro. Ho accompagnato dentro mia moglie con le bambine e sono riuscito, chiedendogli chi fosse, cosa volesse. Non mi ha risposto, era come incantato. Se ne è andato verso i giardini di via Quinto Publicio e io, che ero piuttosto spaventato, l’ho lasciato perdere. Ma oggi, quando ho visto la foto di Daniele Potenzoni, l’ho riconosciuto. Anche mia moglie è sicura». Nello stesso quartiere la scorsa estate erano state fatte delle ricerche, nell’ipotesi che il disabile, perso dai suoi accompagnatori a Termini, fosse finito sulla banchina opposta, salendo sul metrò per Cinecittà anziché per Ottaviano. Ma anche un altro dettaglio rafforza la nuova pista: «Si toccava le mani, stringendole una con l’altra e facendo scrocchiare le dita». Francesco Potenzoni, il padre, conferma: «Daniele ha questo tic quando è nervoso, impaurito. Allo stesso modo, oltre che tormentarsi le mani, si tocca il naso».
L’appello di Totti e quello in diretta all’Olimpico, insomma, potrebbero far aumentare le segnalazioni del disabile scomparso. A leggere il messaggio durante Roma-Milan è stato Matteo Vespasiani, giornalista della tv giallorossa e speaker ufficiale della Roma. «Faccio questo lavoro da dieci anni e di scomparsi non abbiamo mai parlato. In passato, più volte, abbiamo condiviso con il pubblico la commozione per fatti gravissimi, come la strage di Nassiriya, o per la morte di tifosi molto amati, come Stefano e Cristian, padre e figlio, rimasti vittima un anno fa di un incidente sulla Nomentana, dopo la partita con il Bayern». Per la prima volta, dunque, i tifosi vengono coinvolti in una vicenda di cronaca ancora aperta.