MILANO – La grande paura inizia poco prima della mezzanotte quando Antonio Cassano si appoggia al pullman che dalla pista di Malpensa dovrebbe portarlo dentro l’aeroporto. L’attaccante del Milan ha un momento di buio: non vede, tiene le mani davanti agli occhi, non riesce a muoversi né a parlare. Lo soccorrono subito il medico del Milan e una guardia giurata. All’inizio, scrive la Gazzetta dello Sport, qualcuno ha pensato ad una cattiva notizia arrivata quando, atterrato, Cassano ha riacceso il cellulare.
Non è così: è un malore, tanto misterioso quanto preoccupante anche se, a poco più di 30 ore dai fatti, dal policlinico di Milano dove l’attaccante barese è ricoverato, arrivano notizie timidamente incoraggianti. Cassano ora sta meglio ma a lasciar pensare sono quell’assenza di diagnosi e quindi di prognosi. Cosa è successo sulla scaletta dell’aereo al giocatore resta un mistero. Marco Passotto sempre sulla Gazzetta azzarda: un’ischemia temporanea, che in gergo medico si chiama “Tia”, ovvero un momento in cui il sangue non arriva bene al cervello. E’ chiaramente un’ipotesi: il Milan parla poco e niente, dall’ospedale nulla trapela e il procuratore del calciatore, Beppe Bozzo si limita a dire che dopo i primi esami “Cassano ha recuperato tutte le sue funzionalità”.
Qualcosa di misterioso c’è, inutile nasconderlo. Il Milan, all’inizio ha minimizzato parlando di “lieve malore”. Un lieve malore per cui il calciatore è in ospedale da oltre un giorno senza una diagnosi. Uno che il calcio lo racconta da anni, come Mario Sconcerti, analizza la questione in modo che fa pensare: “E’ proprio tutto questo silenzio che fa pensare che ci si trovi davanti ad una cosa seria”.
Sta di fatto che la notte tra sabato e domenica per l’attaccante è stata un calvario di esami medici: è arrivato al Fatebenefratelli di Milano attorno alla mezzanotte e ci è rimasto qualche ora. Poi lo spostamento, attorno alle cinque del mattino di domenica al policlinico. Là altri esami: controlli del sangue, lastra al torace, elettrocardiogramma e un’ecografia transesofagea per valutare eventuali problemi cardiaci. Dopo tutti questi controlli scatta il ricovero: precauzionale quanto si vuole ma che comunque lascia riflettere, se non altro per il reparto in cui Cassano è stato portato, quello di neurologia.
Da allora le notizie sono buone ma poco chiare: “Antonio sta meglio” dicono un po’ tutti. Nessuno, però, può ancora dire cosa abbia avuto con precisione. Sulla Gazzetta in un breve trafiletto il neurologo Roberto Sterzi ipotizza anche che possa essere stato un lieve ictus. Tra le cause possibili anche il danneggiamento da trauma di un arteria. La sola certezza, però, è il fatto che Cassano dovrà rimanere fermo qualche settimana. Quanto non è dato saperlo.
Inquieta poi la strana coincidenza del caso Cassano con quello di Rino Gattuso. Certo, i problemi dei due sono diversi. Eppure due disturbi neurologici nella stessa squadra a distanza di così poco tempo sono una coincidenza rarissima e sfortunata. Nulla di sospetto, per carità. Adesso di tutto c’è bisogno tranne che di improbabili dietrologie.
[gmap]