Cellule staminali per curare Sla e sclerosi multipla: test a Terni

Partiranno da un piccolo laboratorio dell’Umbria con appena cinque addetti le cellule staminali che potrebbero portare in breve a nuove terapie per tutte le malattie degenerative. A “fabbricarle” è il Laboratorio Cellule Staminali dell’ospedale della città umbra, che ha appena ottenuto la certificazione dell’Aifa e in cui entro pochi mesi partiranno le sperimentazioni di fase 1 per i malati di Sla.

“Il nostro laboratorio è unico in Europa, e nel mondo ce ne sono solo altri due simili – ha spiegato Angelo Vescovi, che dirige la struttura – con la certificazione abbiamo fatto un passo importante che dovrebbe facilitare il via libera alla sperimentazione per cui abbiamo già un protocollo definito. A breve poi faremo la richiesta per altri due test, sulla Sclerosi Multipla e sulla malattia di Tay Sachs”.

Il laboratorio è nato otto anni fa grazie all’impulso del ricercatore e del vescovo di Terni Vincenzo Paglia, e vive soprattutto grazie a fondi privati da diverse fondazioni, fra cui quella intitolata a calciatore Stefano Borgonovo. Le staminali cerebrali che vi si producono sono ottenute coltivando in laboratorio frammenti di tessuto neuronale di feti derivati da aborti spontanei, e verranno usate per cercare di ripristinare i tessuti persi a causa delle malattie degenerative.

I test verranno condotti nell’ospedale di Terni, ma le staminali umbre potrebbero fare il giro del mondo: “Il 16 novembre presenterò il laboratorio ad un congresso mondiale sulle neuroscienze – ha spiegato Vescovi – l’intenzione è quella di metterci a disposizione dei ricercatori di tutto il mondo che hanno dei protocolli pronti ma non hanno cellule certificate, in modo da allargare il numero di sperimentazioni. Avere ottenuto la certificazione garantisce la sicurezza dei pazienti, che ora sono costretti a rivolgersi a laboratori di paesi ‘esotici’ che di sicuro non offrono nessuna garanzia”.

Dopo varie vicende burocratiche, complicate dalla mancanza di fondi, il via libera ai test sull’uomo potrebbe essere molto vicino: “Entro due settimane dovrebbe arrivare il primo sì dell’Istituto – ha confermato il presidente dell’Iss Enrico Garaci – poi ci saranno altre formalità, ma entro sei-otto mesi si dovrebbe arrivare ai primi pazienti operati”.

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