PARIGI – Quel gesto a braccio teso, dal sapore antisemita, di Nicolas Anelka, l’attaccante del West Bromwich Albion, dopo il goal al West Ham, ha fatto indignare la Francia. La “quenelle”, così si chiama quella sorta di saluto nazista al contrario, è in realtà la mossa simbolo di un comico francese che ha già suscitato grandi polemiche in un Paese sempre più attento agli insulti razzisti. Il suo nome è Dieudonné, ed è lui l’inventore dell’odiata mossa.
Del resto Anelka lo ha ammesso candidamente di aver voluto esprimere la sua solidarietà al comico comico antisemita, suo caro amico. “Il significato della quenelle è antisistema. E non ha nulla a che fare con la religione”, ha spiegato l’attaccante francese sul suo account Twitter.
“La quenelle è stato un gesto di solidarietà per Dieudonnè – ha precisato – e molti la confondono con qualcos’altro e agitano il polemiche senza sapere cosa significhi davvero il gesto. Quindi vorrei dire a tutti di non essere ingannati dai media. E naturalmente, aggiungo, io non sono antisemita, né razzista e mi prendo la piena responsabilità del mio gesto”, ha concluso.
Sarà, ma la quenelle, concepita in origine come un gesto di ribellione all’establishment, si va sempre più diffondendo in rete e sui social network, specie dopo la ventilata ipotesi da parte del ministro dell’Interno Manuel Valls di cacciare definitivamente il comico dalla tv. All’ennesima denuncia, il ministro ha infatti annunciato di voler vietare gli spettacoli ddi Deudonné dal momento che “non appartengono più alla dimensione creativa ma aumentano il rischio di problemi per l’ordine pubblico”.
Apriti cielo, tutti hanno gridato alla censura. Primo fra tutti il Front national, partito dell’estrema destra transalpina con cui Dieudonné da anni flirta. Ora però, osserva Chiara Rancati sul quotidiano la Stampa, quella che sembrava una polemica in via di estinzione, rischia di riaccendersi dopo il caso Anelka.
Intanto la quenelle spopola, assurta nel giro di pochissimo a vera e propria moda tutt’altro che avulsa da riferimenti religiosi e anti-semiti. Per le loro fotografie spesso gli autori scelgono per scherno uno sfondo spiccatamente ebraico: la facciata di una sinagoga; l’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz; vie dedicate ad ebrei. In alcuni casi turisti hanno esibito la ‘quenelle’ perfino in Israele: di fronte al Muro del Pianto di Gerusalemme, in compagnia di (ignari) rabbini ortodossi o anche di (altrettanto ignari) soldati israeliani.
Intanto a Lione un gruppo di attivisti ebrei ha replicato con la forza alla ‘quenelle’ di un barista. Sei sono stati fermati dalla polizia per quella aggressione e rilasciati in attesa di processo. Ma nel frattempo i loro volti sono stati pubblicati su una pagina ‘Facebook’ sostenitrice della ‘Quenelle’. ”Se volete far sparire questa banda di nazi-ebrei dal nostro Paese – era scritto – aderite alla nostra pagina”. Di fronte al moltiplicarsi delle minacce di morte, tre attivisti ebrei si sono resi irreperibili in Francia. Gli altri tre, rivela Maariv, hanno ritenuto piu’ sicuro fuggire in Israele.
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