Ciclismo, è partita il 6 gennaio in Argentina la stagione 2023 con il “Giro del sol” (solo 3 tappe). È di fatto un prologo del calendario WorldTour.
Un grande impegno con 35 eventi in massima divisione: si comincia in Australia a metà gennaio e si finisce in Cina a metà ottobre col Tour of Guangxi. Primo piatto forte: il Giro degli Emirati arabi (Uae Tour, 20-26 febbraio).
Il clou stagionale prevede, nel loro periodo classico, i 3 grandi giri europei: Italia (6-28 maggio), Francia (1-23 luglio), Spagna (26 agosto-19 settembre). Tutti e tre i GT partiranno di sabato. Tre appuntamenti di notevole prestigio e vasta eco mediatica.
Il Giro d’Italia (21 tappe, 3.482 km, arrivo a Roma) conterà su due grandi campioni (Roglic, Evenepoel). Il Tour – 21 tappe, 3.404 km, 4 spettacolari arrivi in quota – partirà da Bilbao. Come sempre, terminerà sui Campi Elisi (Parigi) riproponendo i grandi protagonisti della edizione 2022: Vingegaard, Pogacar e Van Aert.
La Vuelta, dopo 60 anni, scatterà da Barcellona. L’intero tracciato sarà reso noto il 10 gennaio. Entusiasmante l’ultima edizione iberica vinta trionfalmente dal belga Remco Evenepoel ; sul podio gli spagnoli Mas e Ayuso.
Sanremo, Fiandre, Roubaix, Liegi, Lombardia. Gare di un giorno che valgono una vita. Merckx addirittura ne ha vinte 19 (7 Milano-Sanremo, 5 Volte la Liegi), Fausto Coppi 9, Girardenggo 6, Bartali 4. Faranno da apripista il trofeo Laigueglia (1 marzo), le Strade Bianche (4), Tirreno-Adriatico (6-12), Parigi-Nizza (5-12).
La prima monumento è la Milano-Sanremo (18 marzo). A seguire: Giro delle Fiandre (2 aprile), Parigi-Roubaix (9), Liegi (23). Ultima Classica Monumento: il Giro di Lombardia (8 ottobre).
Sono 18 i team maschili, 15 quelli femminili (record donne). Presenti squadre di 11 nazioni (uomini). Le nazioni che schierano team femminili sono 10 tra cui gli Emirati arabi e Israele. L’Italia non ha una squadra World Tour – la serie A del ciclismo – dal 2017. Finora vani i tentativi di colmare il divario con gli altri Paesi. E così i nostri migliori atleti emigrano all’estero. Probabilmente è una questione di costi.
Negli ultimi 10-12 anni il ciclismo ha registrato una profonda trasformazione. In tutto: tecnologie, abbigliamento, organici, tattiche di corsa. Oggi le squadre World Tour sono vere e proprie aziende. E come tali ragionano, si organizzano, investono. Gli staff sono raddoppiati o anche più. Non solo atleti, meccanici, massaggiatori, direttori sportivi, medici. Ma anche addetti stampa, segretarie, autisti di motorhome stellari, nutrizionisti, osteopati, chef, team scouting, psicologi, preparatori, manager della logistica e della hospitality. E il budget è diventato enorme. Gli stipendi sono saliti alle stelle.
Qualche esempio? La britannica Ineos (il team di Ganna, Bernal, Martinez, Pidcock) ha stanziato quest’anno 50 milioni. L’olandese Jumbo Visma – la squadra di Roglic, Vingegaard e Van Aert -costa 45 milioni a stagione. La Uae-Emirates di Tadej Pogacar viaggia sui 40 (6 milioni a stagione solo per lui). La tedesca Bora-Hansgrohe – la combattiva squadra di Sam Bennet, Higuita,Lindley, Kamna, Koch – riesce a stare sotto i 30. Conclusione: è nato un nuovo ciclismo. Tutta un’altra storia.
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