Ciclismo. Fenomeno Pogacar! Vince in solitaria la prestigiosa classica olandese di forza. Alla sua maniera. Cioè stroncando gli avversari lentamente, ad uno ad uno, imponendo il suo passo micidiale, il passo di un treno.
A 28 km. dall’arrivo ha aperto il gas, ha seminato i due compagni di fuga ed ha iniziato una galoppata solitaria, senza incertezze, tra due ali di folla entusiasta per l’ennesima impresa dello sloveno. Corridore di un altro pianeta. Lo hanno detto tutti.
La prima classica delle Ardenne (in terra olandese) ha mantenuto fede alla sua proverbiale fama di corsa equivalente ad una Monumento, come sostiene Pidcock. Cioè gara dura, selettiva, sopra la barriera dei 200 km; fusione di storia, ambiente, cultura. E festa popolare: come la Roubaix.
E come si preannunciano le altre due corse del Trittico: la Freccia Vallone (mercoledì 19 aprile) e la Liegi (domenica 23). Un Trittico delle Ardenne che conclude la grande campagna del Nord. In vetrina i migliori ciclisti del pianeta, le migliori squadre.
E tanto tifo. Come si è visto puntualmente alla partenza da Maastricht di questa edizione n.57 iniziata alle 10.54. Solito copione: ritmo da subito elevatissimo, attacchi vari, sette uomini in fuga. Tre ore di corsa se ne vanno così, a 41,1 km di media. A metà cosa continuano i saliscendi e il gruppo si scuote per raggiungere i battistrada.
Metà delle 33 asperità del tracciato sono state fatte. Fuga annullata dopo 115 km. A 100 km dal traguardo il gruppo torna compatto. Poi ai -85 km allungano in 16 tra cui Pogacar, Pidcock e Lutsenko. Comincia la selezione, i battistrada restano in undici. La corsa si infiamma. Il gruppo insegue pilotato dalla Bahrain Victorius di Mohoric.
La strada scivolosa causa una caduta collettiva che cambia il film della corsa. Gli inseguitori perdono pezzi e secondi, la caduta ha tarpato loro le ali. I fuggitivi viceversa insistono di comune accordo, in evidenza Lutsenko. Ai -40 il vantaggio dei battistrada si mantiene sui 22”-23” mentre Pogacar accusa una foratura (ma il rientro è rapido).
Ai 30 km allungano in tre: Pogacar, Pidcock, Healy. Inseguono Lutsemko e Kron. Due km dopo Pogacar allunga, cedono prima Healy poi Pidcock. È spettacolo puro. Lo sloveno ha una pedalata sciolta e potente. Una galoppata tra gli applausi. Tadej si gira per controllare i più immediati inseguitori .
Sul Cauberg è accolto dal delirio popolare. Pogacar scollina con 28” di vantaggio. È acccerchiato da fotografi, telecamere, cronisti. Vola. Ultimi 10 km, Healy stacca Pidcock e va a caccia dello sloveno che però conserva il medesimo margine. I due sono divisi da 400-500 metri.
Tadej si gira varie volte ma non sembra particolarmente preoccupato. Ultimi 5 km, è la passerella del fenomeno. La folla sembra impazzita. Pogacar non fa una piega e spinge verso la vittoria n.11 in 17 giorni. E taglia il traguardo sorridendo, a braccia alzate; rispondendo alle ovazioni con una disarmante semplicità. Dopo 6 ore di gara.
Primo Pogacar, secondo l’irlandese Ben Healy a 38”, terzo il britannico Pidcock (+2”14)che ha salvato di un soffio il podio. Quarto Kron, quinto Lutsenko. Sesto l’azzurro Bagioli a 3’13”
L’olandese Demi VOLLERING, 26 anni, ha trionfato nella corsa femminile, arrivando al traguardo in solitaria. Fotocopia della impresa riuscita l’anno scorso a Marta Cavalli. A 1.800 metri ha sorpreso le compagne di fuga con un allungo micidiale ed è andata a vincere a braccia alzate. Otto secondi dopo la volata delle battute. Due italiane nella Top 10: Soraya Paladin quinta, Silvia Persico nona.
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