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Ciclismo, Mathieu Van der Poel ha trionfato nella Parigi-Roubaix tagliando il traguardo in solitaria

Ciclismo, l’olandese Mathieu Van der Poel, 28 anni, alfiere della Alpecin, ha trionfato “nell’inferno del Nord” dominando la Parigi- Roubaix.

Il nipote di Poulidor, 5 titoli mondiali nel ciclocross, corona un inizio di stagione spettacolare. Dopo aver vinto la Milano- Sanremo ha infilato la seconda Monumento in virtù di una gamba spaziale. Giornata memorabile per il team belga della Alpecin, doppietta storica.

Oltre all’olandese volante è arrivato secondo il belga Jasper Philipsen un velocista di assoluta garanzia. Sfortunato il belga  Van Aert 28 anni che ha forato sul più bello (per la seconda volta). Buon sesto Filippo Ganna, rimasto nel gruppetto di testa fino all’ultimo.

Ha detto:” Gli ultimi km non passavano mai, gli ultimi 30 sono stati una sofferenza. Devo dire grazie alla squadra. Mi sono mancate un po’ le gambe nel finale, c’è un po’ di rammarico, anche per un podio. Alcuni colleghi non hanno collaborato. Ora penso a recuperare poi ci vediamo al Giro d’Italia “.

PERCORSO DI 255 km CON 29 TRATTI DI PAVÉ

Partenza alle 11.27. Solite scaramucce iniziali, la fuga bidone, l’immancabile caduta. Alle 13.19 comincia la vera gara con il primo tratto di pavé (settore 29). Velocità altissima (50 km/h). Quattro in fuga (Koch, Bax, Gee,Holmann). Dopo tre ore di gara, ancora cadute. Nella Foresta di Arenberg la prima spaccatura del gruppo.

I tre tenori sono nel drappello al comando 9 corridori). Ultimi 50 km: nel sole, nella fanghiglia, sterrato ed strade di campagna. Van der Poel e Van Aert  cercano di allungare. Ai -45 km i due ciclocrossisti mondiali tentano la fuga ma vengono ripresi. Ultimi 40 km, sette al comando. Curve pericolose, pozzanghere insidiose.

ULTIMI 30 KM, SETTE AL COMANDO

Ancora otto settori di pietre. Ai -28 km foratura di Philipsen (rapido rientro). Mancano 20 km al traguardo, situazione immutata. Ultimi 5 settori, sempre  tanti tifosi, striscioni. Ai -17,5 comincia il cinquestelle Carrrenbour. Cadono in due, foratura di Van Aert, se ne va Van der Poel ai -14. È bagarre.

Ai -10 l’olandese ha un vantaggio di 24” e tocca punte di velocità incredibili, anche 53 km/h. Rischia nelle curve. È scatenato. Stringe i denti. Vola. Entra nel velodromo con 32” di margine.  Un boato.   Fa il Giro di pista  nell’esultanza del pubblico, un trionfo.  Gara in 5 ore e 28 minuti. Salgono sul podio con lui Philipsen che ha battuto in volata uno sfortunato Van Aert giunti dopo 46”.

TRE SEGMENTI DI PETRE TRA ALI DI FOLLA

C’era da aspettarselo. Dei  29 tratti di pavé (per un totale di 54,5 km) i più temuti,  difficili e selettivi, sono risultati i 2.300 metri della mitica Foresta di Arenberg , i 3 km del Mons de Pevele e i terribili 2.100 metri del Carrefour de l’Arbre, un tratto dopo 240 km di corsa , terzultimo della serie.

CICLISMO. ORDINE DI ARRIVO

Primo Van der Poel, secondo Philipsen, terzo Van Aert, quarto Pedersen (+0.50), quinto Kung, sesto Ganna. Completano là top Ten : Degenkolb (+2.35”), Walscheid (+3.31”), Rex (+3.35”), Laporte (+4.11”).

I 12 ITALIANI IN GARA

Tra i 175 corridori (di 25 squadre) alla partenza c’erano 12 italiani. Eccoli: Affini, Milan, Pasqualon, Ganna, Danese, Oss, Mozzatoza, Trentin,Moscon, Mosschetti, Puppio. Tre gli azzurri presi in considerazione dai bookmakers. Nell’ordine: Ganna,  Trentin, Ballerini. Curiosità: Pippo Ganna ha indossato il dorsale 41, lo stesso che aveva Nibali quando trionfò al Tour nel 2014 (19 giorni in giallo su 21).

NELL’ALBO D’ORO DEL CICLISMO ANCHE 14 VITTORIE AZZURRE

Sono 14 le vittorie italiane dal 1897 al 2022. Mattatore Francesco Moser, vincitore  di tre consecutive Roubaix (1978, 1979, 1980). Franco Ballerini, fuoriclasse  del pavé, ne ha vinte due (1995, 1998). E due ne ha vinte Maurice Garin, italiano della Val d’Aosta, naturalizzato francese, di professione spazzacamino, nel 1897 e 1898; era emigrato  in Francia 13enne.

È stato il primo italiano a vincere il Tour de France, nel 1903 con uno storico vantaggio sul secondo: tre ore! Le altre vittorie le hanno centrate: Rossi (1937), Serse Coppi (1949), Fausto Coppi (1950), Bevilacqua (1951), Gimondi (1966), Tafi (1999), Colbrelli (2021).

Marco Benedetto

Ha fondato Blitz e lo ha diretto fino al 2018. Ha anche firmato oltre 200 articoli. Ora si è ritirato, come conviene all’età, ma ogni tanto non perde l’occasione per dire la sua.

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